GUAI
Ma il sistema Roma deve fare un esame di coscienza anche per un altro motivo. Certo, c’è il Colosseo che una volta nella vita va visto, ma tra tassisti abusivi che spennano lo straniero, borseggi sulla metro, bus che non passano mai, rifiuti per strada, bar e ristoranti che alzano i prezzi quando hanno a che fare con un giapponese, la crescita dei visitatori che sembrava ineluttabile si è fermata. Il paradosso è che questo stop sta avvenendo nell’anno del Giubileo, quando la città aspettava una invasione che non c’è mai stata. Sono fuorvianti i numeri sulle registrazioni agli eventi dell’Anno Santo, visto che comprendono tantissimi romani o fedeli che vengono solo per un giorno. «Dobbiamo fare un lavoro di ripensamento del sistema turistico romano, un cambio di passo, che punti anche sulla qualità. Detto questo è un follia dire che Milano ci ha superato: Roma viaggia sopra i 13 milioni di arrivi all’anno, il capoluogo lombardo sopra i 7», spiega Adriano Meloni, assessore al Turismo che dal 2001 al 2007 ha guidato la costola italiana di uno dei colossi dei viaggi on line, Expedia.
Giuseppe Roscioli, presidente degli albergatori romani, offre un’altra spiegazione alla crisi: «Paghiamo anche il contraccolpo degli attentati terroristici. Nell’anno del Giubileo molti turisti stranieri hanno pensato, irrazionalmente, che Roma fosse più pericolosa di Milano. E’ successo anche ad altre capitali europee». Ci sono alcuni numeri a confermarlo: gli americani, più sensibili ai timori di attentati, sono i più numerosi tra i turisti stranieri, ma fanno registrare una flessione degli arrivi, così come i giapponesi. Male anche i brasiliani, che soffrono una grave crisi economica. In aumento, invece, i cinesi, grazie all’incremento dei collegamenti aerei diretti da Fiumicino, ma i numeri assoluti sono ancora troppo bassi per parlare di boom. Che Roma in realtà sia ancora ampiamente davanti a Milano, lo dimostrano anche i dati degli aeroporti. Prendiamo i primi otto mesi del 2016: se Fiumicino più Ciampino (lo scalo low cost) conta 31,7 milioni di passeggeri, il sistema aeroportuale milanese (Malpensa, Linate ma anche Orio al Serio, provincia di Bergamo) è a 26.8 milioni.
ARRIVEDERCI? NO
«Però è vero che il turismo a Roma necessita di un’azione di rilancio - ribadisce Meloni - che non è fatto solo di numeri, ma anche di qualità del visitatore». Due problemi: a Roma ci si ferma meno che in altre capitali europee, a Roma si torna meno che in altre città, una volta esaurita la pratica della visita del Colosseo e della Basilica di San Pietro il turista ci dice addio, mentre a Parigi, Londra e perfino Barcellona torna tante volte. «Dobbiamo cambiare la filiera - ribatte Meloni - io sono romano, ma per 40 anni ho vissuto fuori, ogni volta che tornavo, ad esempio, negli hotel non ho vissuto esperienze fantastiche. Ci sono eccezioni, sia chiaro. Ma qui c’è il classico problema della città turistica che forte del suo patrimonio monumentale fa poco per rendere piacevole l’esperienza del turista. E dobbiamo potenziare la nostra promozione: offrire percorsi differenti che vadano oltre alla classica passeggiata tra i monumenti; ed essere più efficaci sui social network. Un dato su tutti: la pagina turistica di Londra su Facebook ha 1.000.000 di follower, quella di Roma 40.000». C’è infine un problema di immagine internazionale: di Milano si parla per l’Expo e per la Moda, di Roma perché la città è sporca, per Mafia Capitale, per la rinuncia all’occasione offerta dalla candidatura Olimpica. O per le immagini rilanciate sui social network di un gruppo di turisti che dopo un’attesa interminabile applaude quando finalmente arriva l’autobus. Ecco, loro difficilmente torneranno a Roma.
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