Caso Campo de’ Fiori. Va espulso il turista che oltraggia i monumenti

di Claudio Strinati
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Martedì 17 Luglio 2018, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 00:24
L’ennesimo squallido episodio dei tifosi che sbraitano facendo il bagno dentro una fontana del centro storico di Roma lascia interdetti. I maleducati sono presenti e talvolta preponderanti in numerose attività della vita sociale.
E non ha gran rilievo il fatto che questa volta erano dei giovani francesi per la vittoria della loro squadra. Sui livelli di insulsaggine e malcostume non è possibile stilare classifiche e il problema in sè non ha soluzione. Né questa può essere occasione per stabilire una graduatoria europea dei barbari. 
Comunque l’ episodio resta istruttivo perché fa comprendere bene come il punto della questione sia quello delle normative e delle sanzioni. Se un turista, un visitatore, un cittadino non sa che esistono prescrizioni e pene può tranquillamente pensare che in una società come la nostra italiana ci sia un discreto spazio per le bravate e le zingarate penose e patetiche.

Questi scimuniti possono ritenere, forse, che in Italia non esista una precisa normativa inerente all’uso e al conseguente rispetto dei monumenti. 
In realtà la normativa c’è e non si limita a dire che non si debbono distruggere e nemmeno danneggiare le opere d’ arte. C’è ed è ben articolata ma le sanzioni sono incerte e imprecise, per cui la normativa nella percezione comune non c’è.

Ma se l’ arrogantello di turno sapesse che se viene beccato anche soltanto a fare il bagno nella fontana, fosse pure il nipote di Anita Ekberg, viene sanzionato sul serio, e magari gli viene applicato una sorta di Daspo, come per i tifosi criminali, per cui non potrà più accedere in Italia venendo espulso appena verificato il fatto; può anche darsi che allora quell’arrogantello comprenda come ci sia qualcuno che fa sul serio perché ha stabilito, peraltro a un alto livello di cultura umanistica e giuridica, che il patrimonio culturale ha la importanza e la rilevanza della persona fisica e quindi il danneggiamento rientra in una fattispecie assimilabile appunto ai reati contro la persona.
Ma, si obbietta, non ci sono le forze dell’ Ordine in numero sufficiente, non ci sono le telecamere, non è facile individuare i trasgressori e talvolta non si sa bene neanche trasgressori di che.
Ma, per favore, non invochiamo la questione della dignità. Il monumento, il patrimonio artistico, sono un bene della Nazione con una ricaduta universale. Quindi chi lo aggredisce non compie un reato di lesa maestà, compie un reato di danneggiamento.

Molti turisti sanno che nel loro Paese certe cose, che qui fanno con lieta sbadataggine, non si possono fare perché sono vietate e sanzionate.
La Repubblica italiana, nell’applicare l’articolo 9 della Costituzione che si declina in tanti modi, dimostra che il patrimonio culturale della Nazione, amministrato dallo Stato e dagli Enti locali a diversi livelli di competenza, è protetto sul piano tecnico - c’è un Ministero per questo, i Beni Culturali - e giuridico - c’è il Ministero dell’Interno che tra i numerosi compiti ha quello della protezione del territorio tramite soprattutto i Prefetti.
Liberiamoci dall’idea che il Ministero dell’Interno ( non degli Interni come qualche volta si dice perché l’ Interno è uno solo, è l’ Italia unita), vera ossatura della Nazione, debba occuparsi tendenzialmente dei migranti. Deve, di certo, ma si occupa anche dei comportamenti di chi entra legittimamente in Italia e fruisce del suo patrimonio ambientale e culturale.

E chi entra si deve informare bene delle regole, che nel nostro caso ci sono ma le sanzioni sono blande.
Non dobbiamo far paura al prossimo ma informarlo che le nostre città emanano segnali molto potenti da percepire con scrupolo e attenzione.
Sarebbe come dire: guardate che siete arrivati in una gioielleria. Se provate a rapinarla sono guai e molto grossi.
Quelle cose lì non si toccano. Poi non ve la prendete se le forze dell’ Ordine vi applicano il Daspo.
Vuol dire che state meglio a casa vostra e ringraziate il cielo perché c’è gente che a casa sua non ci può stare a nessun costo e viene qui in Europa per essere protetta proprio come noi proteggiamo le nostre persone e le nostre cose. 
Cerchiamo di meritarcelo quello che abbiamo.
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