Ieri è toccato ai primi tre. Gli impiegati Paolo Fornaciari, del XII municipio, e Doriano Carbonari, in forza al X, hanno scelto, davanti ai giudice, il rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) ritrovandosi condannati rispettivamente a tre anni e a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Francesco Pantaleo, impiegato del dipartimento Simu (Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana), invece, ha patteggiato la condanna a 1 anno e 9 mesi ed ha già dovuto sborsare 41.000 euro, intascate con le tangenti. Mentre Fornaciari e Carbonari hanno avuto la condanna accessoria a pagare complessivamente trentamila euro.
LA SUPERVISIONE
Avrebbero dovuto supervisionare i lavori di manutenzione stradale, invece, secondo i pm Stefano Pesci e Alberto Pioletti, i tre funzionari, ognuno in base al proprio incarico, d'accordo con l'imprenditore Luigi Martella e il suo braccio destro Alessio Ferrari (che saranno giudicati a parte) per chiudere gli occhi e attestare il falso, hanno accettato o chiesto bustarelle. Sarà processato con il rito ordinario invece Stefano De Angelis, un altro funzionario del Simu finito in manette nella stessa retata, e ritenuto tra i funzionari più prezzolati: avrebbe intascato secondo l'accusa più di centomila euro.
Gli indagati, però, sono in totale una ventina, trentatrè le gare sospette per un valore di oltre 16 milioni di euro. Un sistema che, in base agli accertamenti dei carabinieri del Noe, ha funzionato indisturbato per anni e ha consentito a un gruppo di imprese di vincere a rotazione gli appalti per la manutenzione stradale con ribassi fuori mercato. Gli imprenditori si rifacevano con la qualità scadente dei lavori, come provano le migliaia di buche registrate l'anno scorso in città. Ferrari aveva spiegato da dove ricavavano i soldi delle bustarelle: «A volte si risparmia sia sullo spessore dell'asfalto che sulle modalità di messa in posa dei sampietrini».
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