Stretta in arrivo sulla sicurezza. Franceschini: «Pene più severe»

Stretta in arrivo sulla sicurezza. Franceschini: «Pene più severe»
di Laura Larcan
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Martedì 17 Gennaio 2017, 10:28
ROMA «Il gesto vandalico di oggi al Colosseo è un autentico sfregio a un monumento simbolo del patrimonio culturale mondiale». Il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini esterna tutta la sua amarezza. Dopo una giornata di cronaca sulla follia delirante dei vandali al Colosseo, dopo i sopralluoghi tecnici, le prime stime dei danni, i retroscena sui turisti ubriachi che riescono addirittura a scavalcare ed entrare in piena notte nel monumento più famoso e presidiato, forse, di tutta Italia, l'inquilino del Collegio Romano rilancia l'urgenza di inasprire le pene contro chi viola il patrimonio. «Alla prevenzione sempre necessaria per impedire ogni danno ai beni storici, artistici e archeologici - riflette Franceschini - si devono affiancare pene più severe per chi compie simili gesti, così come previsto dal disegno di legge delega approvato lo scorso 23 dicembre dal Governo che introduce, tra l'altro, specifiche fattispecie di reato per il deturpamento, il danneggiamento e l'imbrattamento di beni culturali e paesaggistici. Auspico che il Parlamento concluda quanto prima l'esame del provvedimento per arrivare in tempi brevi alla sua definitiva approvazione».

MULTE E RECLUSIONE
Nel dettaglio, il provvedimento del governo introduce, come ricorda Franceschini, «un sistema sanzionatorio improntato a una maggiore severità per chi commette delitti contro il patrimonio culturale». E il tema degli atti vandalici appare quanto mai strategico nel testo: «Per chi deturpa o imbratta i beni culturali - evidenziano dal Ministero - le norme, ora all'esame del parlamento, raddoppiano le pene da un minimo di un anno a un massimo di 5 anni di reclusione». Il fattore tempo è essenziale per Franceschini che ricorda come «approvato a ridosso del Natale, il disegno di legge è in questi giorni all'esame del Parlamento». Un ddl, in realtà, atteso da anni (ci provò nel 2008 l'allora ministro della cultura Rutelli nel corso del suo rush finale del mandato). E sì che di attentati al patrimonio se ne stanno registrando tanti negli ultimi anni. Lo stesso Colosseo ne ha collezionati numerosi (anche se mai così eclatanti). Basta ricordare il signor K, il turista russo che incise la sua iniziale sul laterizio millenario del monumento. Altri casi eclatant, lo sfregio all'Elefantino della Minerva, sempre a Roma, o la devastazione della Barcaccia sotto la follia degli hooligans olandesi. La legge, ora, punta il dito contro le devastazioni e saccheggi quando questi colpiscono arte, paesaggio, musei, aree archeologiche. Introduce anche nuovi reati, tra cui quello di furto di bene culturale (per cui sono previste pene da 2 a 8 anni di carcere, da 4 a 12 se ci sono altre aggravanti) e di traffico illecito (da 2 a 6 anni di reclusione), e incrementa le pene per ricettazione e riciclaggio legati all'arte.
Viene contemplato anche il reato di illecita detenzione di bene culturale, punito con la reclusione fino ad 8 anni e con multe fino a 20 mila euro per colpire chi «pur estraneo alla ricettazione, acquista e detiene il bene culturale provento di reato conoscendone la provenienza illecita», come si legge nel testo. E si inaspriscono le pene per violazioni e alienazioni (fino a 2 anni e 80 mila euro di multa). Tra le aggravanti, quella per il delitto di uscita o esportazione illecite di bene culturale di rilevante valore. Infine, rafforza gli strumenti di indagine: in pratica saranno possibili arresti in flagranza, processi per direttissima e intercettazioni anche per i reati contro il patrimonio.