Sciopero bianco in Atac, sospesi 50 macchinisti: «I guasti erano simulati»

Sciopero bianco in Atac, sospesi 50 macchinisti: «I guasti erano simulati»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 2 Ottobre 2015, 05:53 - Ultimo aggiornamento: 09:26
Nessun colpo di spugna: per lo sciopero bianco che a luglio, per 29 giorni consecutivi, ha messo il rallentatore alle corse della metropolitana, causando ritardi record fino a 45 minuti, Atac ha deciso di sospendere dal servizio 50 macchinisti. Le lettere disciplinari stanno partendo in questi giorni dalla sede di via Prenestina. Sono 10 i casi considerati più gravi, per i quali è stato previsto l'allontanamento dal servizio (e la decurtazione in busta paga) per un periodo superiore ai dieci giorni. Si tratta di conducenti che, secondo la Commissione d'inchiesta istituita dall'azienda, hanno intenzionalmente dichiarato guasti dei treni che poi sono risultati funzionanti, al solo scopo di rallentare la frequenza delle corse.

L'INDAGINE

L'inchiesta dell'Atac ha accertato che i disservizi durati ininterrottamente per quasi un mese sono stati causati dal numero abnorme di treni dichiarati “guasti” dai conducenti durante le manovre di prova. Non è stato un caso insomma se proprio a partire dal 1 luglio - quando per i macchinisti è entrato in vigore il primo step della riforma del contratto, che ha previsto l'obbligo di timbrare il cartellino con un badge elettronico - i convogli «scartati» per malfunzionamenti siano improvvisamente triplicati rispetto a quelli che erano stati mandati in rimessa nel mese di giugno. Addirittura quadruplicati rispetto a luglio dello scorso anno.



Un «boom» sospetto, per gli ispettori aziendali, che hanno collegato l'anomalia alla volontà dei conducenti di mettere in atto uno “sciopero bianco”. Una protesta irregolare per provare a costringere i vertici della municipalizzata a ritirare il nuovo contratto decentrato che, oltre al badge, ha anche cancellato una lunga serie di bonus che prima finivano nella busta paga dei conducenti in automatico e che da agosto invece sono legati al rendimento effettivo durante i turni di lavoro.



LE ACCUSE

Non tutti i macchinisti sono accusati di avere messo in scena finti guasti. Alcuni sono finiti sotto procedimento disciplinare solo per non avere timbrato il badge e avranno una sanzione ridotta, una sospensione di pochi giorni. Dato che i provvedimenti sono immediatamente esecutivi, il paradosso è che potrebbero esserci dei problemi sulla linea per la contemporanea assenza di decine di macchinisti. Il caso è sulla scrivania dell'assessore Esposito, che ieri ha visitato i depositi di metro A, B e Roma-Lido proprio per parlare con i macchinisti. Ai quali avrebbe promesso: «Chiamerò a fare il direttore generale di Atac un dirigente che proviene dal settore metro-ferro, una persona che conoscete».



Di fatto l'azienda in questo momento si trova decapitata. Senza l'amministratore delegato Broggi e senza il diggì Micheli, entrambi dimissionari dopo lo scontro proprio con Esposito sulla decisione di affidare ai privati la manutenzione dei nuovi bus. L'ultimo atto del Cda sarà l'approvazione del bilancio all'assemblea dei soci del prossimo 15 ottobre. «In quella data nomineremo la nuova governance», fa sapere l'assessore alla Mobilità. Nelle ultime ore circola il nome di Stefano De Carlo (torinese, come Esposito, professore al Politecnico), di Luca Avarello, dell'Agenzia per la mobilità e di Enrico Sciarra, direttore dei piani e del controllo di Atac. «Ma è toto-calcio», taglia corto Esposito.



IN ASSEMBLEA

Ieri intanto in Consiglio comunale è arrivata la delibera sulla ricapitalizzazione di Atac. Per il Tpl romano arrivano i 100 milioni promessi dalla Regione Lazio lo scorso 9 settembre: 40 milioni per il 2016 e 60 per il 2017. Ieri però non si è arrivati al voto finale: in Assemblea capitolina è caduto il numero legale e i lavori sulla delibera riprenderanno oggi in seconda convocazione alle 10.