Ieri ci sono state le prime testimonianze davanti ai giudici. «Mia figlia mi disse: Vado al pub con V.Z. -, ha raccontato in aula la mamma della ventunenne - Un'ora dopo è rientrata ed è scappata nella sua stanza. Era scossa. Alla fine mi ha raccontato che quel ragazzo l'aveva portata in casa con una scusa e poi l'aveva spinta dentro. L'ho portata in ospedale. E al mattino in un centro antiviolenza».
LA SCUSA
La scusa del passaggio a casa l'ha spiegata la vittima. «Mi disse - ha chiarito - che prima di andare al pub doveva cambiarsi la tuta. Era venuto a prendermi in Bmw sotto casa, alle undici di sera, dopo avermi mandato un sms: Ti va un pub?. Era un po' che non lo vedevo. Da lui poi si è trasformato in un mostro. La violenza in garage e in camera da letto. Quando mi ha portata in cucina ho pensato che mi volesse ammazzare con un coltello. Invece m'ha offerto dell'acqua. Ero terrorizzata».
La denuncia era finita in procura, ma il caso non era chiaro, visto che la ragazza nei mesi precedenti aveva mandato all'amico foto in slip. Nell'autunno 2014 era scattato il campanello d'allarme ed era arrivata la svolta nell'inchiesta. I carabinieri di Boccea avevano raccolto la denuncia di una trentenne che sosteneva di aver subito violenza nel garage di una villa.