Grossi, la mattina presto di lunedì, aveva accompagnato il nipotino a scuola in macchina. Poi, da quanto ricostruito, era tornato a casa aveva lasciato l'auto ed era andato con l’autobus alla clinica, Villa Pia in via Portinari, zona Gianicolense.
Arrivato alla clinica, le telecamere lo avevano riprenso mentre entrava e si metteva seduto in attesa della visita di routine. Una volta entrato in ambulatorio Grossi era stato visitato dal medico.
Una volta uscito, però, era scomparso nel nulla. Poche ore più tardi la famiglia, non vedendolo rientrare, aveva dato l'allarme.
L'ultima traccia che gli investigatori avevano del suo telefonino, che risultava spento, era riferita alla cella a cui si era collegato: a Portuense, vicino a casa, in mattinata. La sua foto era stata diramata alle pattuglie di polizia e carabinieri. Su Facebook e nel web.
Mercoledì pomeriggio, a tre giorni di distanza, i familiari hanno giocato l'ultima carta. Sono andati a vedere in una casa vacanza a Cerenova nella disponibilità di Grossi, dove spesso la famiglia passava l'estate. Ed è proprio lì che lo hanno trovato.
Il 69enne era in stato confusionale, un po' denutrito, seduto su una poltrona, visibilmente scosso. Non è ancora stato appurrato come l'uomo sia arrivato a piedi a oltre cinquanta chilometri da casa, né i motivi che lo hanno spinto fin lì. Nemmeno lui ha saputo al momento dare una spiegazione.
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