Roma, piazza Navona senza regole, i commissari: «È emergenza decoro»

Roma, piazza Navona senza regole, i commissari: «È emergenza decoro»
di Laura Larcan
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Domenica 15 Gennaio 2017, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 20:06
Una nomina che proprio non s'aspettavano e che in queste ore «evidenzia tutte le falle nel sistema amministrativo comunale». I due dirigenti del Ministero per i Beni culturali e per il turismo nominati commissari dal tribunale per risolvere d'urgenza il pasticciaccio brutto delle postazioni dei pittori su piazza Navona e dei librai ambulanti lungo via delle Muratte, sono consapevoli di avere a che fare con una materia complessa e delicata. Disciplinare le occupazioni di suolo pubblico in centro storico, in aree sottoposte a vincoli di tutela, è sempre stato un affare dei funzionari delle Soprintendenze, ma stavolta i magistrati affidano i due casi spinosi di commercio ambulante (su cui il Campidoglio è risultato inadempiente) direttamente a due esperti doc esterni, ai vertici del Mibact. «Se il Tar ha voluto due direttori generali dei Beni culturali è perché noi possiamo intervenire dall'alto, predisponendo indicazioni specifiche per i soprintendenti», commenta Caterina Bon Valsassina alla guida della direzione generale Archeologia, Belle Arti e paesaggio del Collegio Romano. La storica dell'arte, dirigente di lungo corso, infatti, è consapevole che dovrà redigere un nuovo regolamento su licenze, postazioni e categorie di artisti entro sessanta giorni. Ci tiene a precisare, la Bon, che non le è stato notificato ancora nessun atto, ma «farò quello che mi chiede il tribunale. L'atto del Tar è un provvedimento del giudice amministrativo, e io non posso che obbedire. Da parte mia ci sarà a questo punto il massimo impegno nello stilare le nuove regole».

GARE E LICENZE
L'obiettivo della Bon è lavorare per garantire il decoro su piazza Navona che «al momento sembra senza regole». «Cercherò di fare le cose al meglio, anche perché la tutela delle piazze storiche di Roma è una materia che mi sta a cuore». Un provvedimento che, certo, ha un peso specifico non indifferente. Ne è convinta Rossana Rummo, a capo della direzione generale Biblioteche e istituti culturali del Mibact, indicata dalla magistratura per riscrivere il bando e riassegnare le postazioni dei venditori ambulanti di libri: «Se mi viene notificato questo provvedimento, probabilmente è perché non c'è nessuna regolamentazione sulla materia dei venditori ambulanti di libri a Roma - riflette Rummo - E quindi i magistrati hanno evidenziato una falla nel sistema locale. Ora provvederemo subito a capire i contenuti dei ricorsi presentati al Tar, le basi delle denunce e a ricostruire tutta la normativa vigente sulla materia». Quello che più preme alla Rummo in questo momento è «regolamentare chi vende autonomamente dei libri per strada». Per la Rummo, che all'alba del mandato della sindaca Virginia Raggi era stata citata nel toto-nomi per l'assessorato alla Cultura, «in materia di libri ci sono regole di tutela del patrimonio, di regime fiscale, di diritto d'autore, insomma mille implicazioni che sono fondamentali e che hanno bisogno di autorizzazioni». Il fenomeno dei bookinist non è un'esclusiva di Roma, insiste la Rummo: «Esiste anche in altre grandi città, e c'è una normativa di riferimento che non è solo nostra. Per questo abbiamo modelli interessanti in altri paesi con cui confrontarci, e nel centro storico di Roma le regole sul decoro vanno rispettate».