Roma, «Doppie rimozioni», inchiesta sul business del carro attrezzi

Roma, «Doppie rimozioni», inchiesta sul business del carro attrezzi
di Elena Panarella
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Domenica 15 Ottobre 2017, 09:28
Auto rimosse parcheggiate in strada e passate da un carro attrezzi all'altro, orari diversi nei verbali di custodia rispetto a quelli riscontrati dai proprietari: su alcuni comportamenti del servizio rimozioni per il Comune di Roma c'è qualcosa che non torna. A denunciarlo sono gli automobilisti pizzicati dai vigili a parcheggiare in zone vietate e ai quali è stata applicata oltre alla sanzione anche la rimozione del veicolo, perché di intralcio. Una brutta abitudine, quella della sosta selvaggia, che ha convinto la polizia locale a incrementare notevolmente i controlli. Contestualmente però sarebbero aumentate anche segnalazioni di strani comportamenti degli autisti dei carri attrezzi, procedure che secondo qualcuno sarebbero quantomeno discutibili.

I COSTI
Decine di auto rimosse negli ultimi giorni, con servizi mirati della polizia locale in particolare nelle zone centrali. A portar via le macchine in sosta vietata sono i veicoli forniti direttamente dai depositi giudiziari (indicati dalla prefettura tramite appositi elenchi). Si tratta di aziende che forniscono mezzi di soccorso stradale secondo le esigenze, a cui il corpo della Municipale attinge in caso di bisogno. I costi sono più o meno gli stessi di prima - a pagare la rimozione è sempre il trasgressore (da 150 a 350 euro), insieme con la contravvenzione - ma a essere penalizzato è il servizio che può contare su un parco mezzi più limitato. Vale la pena ricordare che a novembre il precedente comandante della polizia municipale ritirò l'affidamento del servizio di rimozione al concessionario Consorzio trasporto Lazio, perché, spiegarono allora dal comando, «due consorziate aggiudicatarie in via provvisoria, sono risultate dall'Agenzia delle entrate responsabili di violazioni fiscali». Ecco allora che fu deciso di ricorrere ai depositi giudiziari, ma i mezzi sono insufficienti rispetto alle necessità di una città come Roma.
DUE ORE DI BUIO
E arriviamo a oggi. Sarà pur vero che i mezzi a disposizione per sconfiggere la sosta selvaggia sono pochi, ma è vero pure che qualcosa nelle procedure non convince. E' capitato a più di qualche automobilista di arrivare al deposito (in alcuni casi molto distanti dal centro, persino fuori dal Gra) e di non trovare ancora la propria vettura. Qualche intoppo per strada? Una paio di mesi fa la cantante Tosca, denunciò la sua disavventura. Il 30 luglio a mezzanotte e quaranta a Trastevere venne rimossa la sua auto, «era parcheggiata sul marciapiede», ammise lei. I vigili quando lei arrivò erano ancora lì, le dissero dove era stata portata. «Se vado subito la trovo?». Sì, risposero giustamente. Verso l'una Tosca arrivò lì, ma la sua macchina no. «Sta arrivando». Ma niente. Alle due e quaranta finalmente la macchina. E i carabinieri chiamati dalla cliente. La cantante va a pagare, controlla il verbale. C'è qualcosa che non torna con gli orari: sono posticipati, racconta. Ma, se fosse vero, perché indicare orari sbagliati? La stessa cosa è stata segnalata da altri cittadini. Proviamo così a seguire qualche rimozione. Qualcosa stona. C'è una sorta di staffetta tra i carro attrezzi. E' venerdì notte, i vigili individuano le auto parcheggiate in divieto in Lungotevere Sanzio e fanno scattare la multa, poi affidano la vettura al carro attrezzi che dovrebbe portarla al deposito. Ma c'è un pit stop all'Eur. Ed è qui che l'auto viene tolta dal primo carro attrezzi e scaricata in piazza Marconi, prima di essere affidata a un secondo mezzo. Questo prende la via del deposito, mentre il primo inverte la marcia e torna verso Trastevere.

elena.panarella@ilmessaggero.it
 
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