Roma, riprende la figlia 13enne nei camerini e vende le foto per 50 euro

Roma, riprende la figlia 13enne nei camerini e vende le foto per 50 euro
di Fulvio Ventura e Elena Ceravolo
2 Minuti di Lettura
Domenica 19 Novembre 2017, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 08:34
L'INDAGINE
Le foto scattate alla figlia tredicenne mentre provava completini intimi nei camerini dei centri commerciali finivano via WhtasApp ad alcuni clienti pronti a pagare per averle. È il quadro choc tracciato dagli investigatori del pool antiviolenza del commissariato di Tivoli dopo una complessa indagine condotta in stretta collaborazione con la struttura protetta, in cui la donna già viveva insieme alla ragazzina, e con la polizia postale.

I VERSAMENTI
I pagamenti, a partire da cinquanta euro circa per foto, avvenivano con versamenti sulla carta di credito prepagata della mamma. Gli acquirenti probabilmente venivano agganciati attraverso i social network. Così potrebbero essere maturati i primi contatti e le prime trattative. I provvedimenti sono scattati dopo che i poliziotti del team antiviolenza, coordinati dall'ispettore superiore Davide Sinibaldi, hanno messo insieme tutti i tasselli della vicenda: non solo i protagonisti sono stati tenuti d'occhio, ma altri incastri sarebbero arrivati incrociando tabulati telefonici e movimenti di denaro verso la carta della donna.

Alle indagini per la natura del reato, visto l'impiego di telefoni, conti online e social network, hanno partecipato anche gli agenti della polizia postale di vari compartimenti specializzati nel risalire agli spostamenti digitali di comunicazioni, dati e soldi. Altra difficoltà incontrata dai poliziotti è stato far breccia negli ambienti degli acquirenti, spesso persone insospettabili.

LE PERQUISIZIONI
Il lavoro della polizia è stato essenziale. Con le accurate indagini è stato raccolto materiale sufficiente per far partire dalla procura di Roma l'ordine di perquisizione nelle case degli indagati con un raggio d'azione piuttosto ampio: non solo in almeno due province del Lazio ma anche in Sardegna. E il cerchio si è chiuso: le foto riferibili a quella che si ritiene una vera e propria compravendita sono state trovate e sequestrate. Ipotesi di reato per loro: pornografia minorile e detenzione di materiale pornografico.
Le prime conseguenze per la mamma, che è indagata a piede libero per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, sono state l'allontanamento dai figli e la sospensione della potestà genitoriale.

«IL GIOCO»
Mentre le indagini proseguono per verificare l'eventuale coinvolgimento di altre persone e di questo se ne occupano gli agenti della polizia postale di diverse province. La donna, originaria di Guidonia, avrebbe cercato di non destare sospetti nella casa famiglia di cui erano ospiti. Per riuscire a scattare le foto aveva escogitato un gioco tutto sommato facile da mettere in atto. La mamma, con la scusa di accompagnare la figlia in centri commerciali, magari banalmente per provare vestiti e abbigliamento intimo nei camerini dei negozi, l'avrebbe immortalata in deshabillé.
 
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