Roma, piano rom: un albo per chi fruga tra i rifiuti nei cassonetti

Roma, piano rom: un albo per chi fruga tra i rifiuti nei cassonetti
di Laura Bogliolo
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Martedì 7 Febbraio 2017, 07:51
Patentino e registrazione a un albo per chi raccoglie e ricicla rifiuti, individuazione di una località per lo smaltimento, mercato autorizzato tassato. C'è anche questo nella bozza provvisoria del piano rom distribuita alle riunioni del tavolo organizzato dal Dipartimento Politiche Sociali diretto da Laura Baldassarre che dovrà portare al superamento dei campi nomadi. «Il nodo centrale del progetto è quello dell'occupazione» si legge nella «bozza di lavoro provvisoria» di 13 pagine. E si elencano le varie possibilità: «Mercatini dell'artigianato previa autorizzazione e rilascio patentino riservato a sgomberi cantine», «creazione di ditte individuali o cooperative miste di servizi, accesso al sistema di microcredito», tirocini per i giovani e «regolarizzazione temporanea riciclatori previa autorizzazione e rilascio patentino». Nel documento ricordando che le attività di raccolta e riciclo sono illegali, si spiega il ragionamento che porterebbe all'istituzione del patentino, in pratica, anche per chi rovista nei cassonetti: le sanzioni amministrative non vengono pagate, il sequestro di merci o del mezzo finiscono per sottrarre l'unico mezzo di sostentamento. E si sottolinea che quella del riciclatore dovrà essere un'occupazione «a esaurimento» riservata ad adulti residenti da diversi anni a Roma e che non hanno più possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro. «Professione preferibilmente aperta anche ai non rom». Si conclude: «Chi pratica attività criminali, in genere non pratica la raccolta del ferro».

PATTO CON LE FAMIGLIE
Altro tema caldo quello dell'«habitat» per i «7.000 nomadi, la metà minori». Dove andranno ad abitare i nomadi dopo la chiusura dei campi? A proposito: nelle pagine si parla di «chiusura immediata» di quello di via Gordiani, del censimento, dei controlli sulla situazione patrimoniale delle famiglie che dovranno firmare un Patto con il Comune. Le «soluzioni abitative» proposte comprendono progetti di auto-recupero «aperti a rom, non rom e migranti» dopo aver effettuato un censimento degli immobili del Comune. Nell'auto-recupero solitamente il Comune provvede a reperire il finanziamento necessario al «recupero primario» dell'edificio, poi indice un bando al quale possono partecipare cooperative di autorecupero alle quali viene concesso un mutuo che gli consenta di realizzare gli appartamenti. Nel frattempo si prevede la realizzazione di «una struttura intermedia» che resti nella disponibilità della città «per finalità di accoglienza». Il primo passo è comunque individuare le famiglie che avevano già espresso il desiderio di lasciare i campi avendo le risorse economiche per farlo, quelle che avevano richiesto un alloggio o un contributo all'affitto. Nel piano si prevedono anche rientri assistiti dopo la firma di protocolli con città come Timisoara e Craiova. E in modo volontario spostamenti in altre province. Sul tema dell'educazione si parla di scuola bus e dell'importanza di far portare i ragazzi a scuola dalle famiglie, «uno dei pochi momenti di contatto tra rom e non rom». C'è poi da risolvere il nodo della residenza esaminando la proposta delle cosiddette residenze fittizie. I costi del piano sarebbero sostenuti dall'Unione Europea, anche se si sottolineano diversi punti di debolezza. Tra questi la difficoltà di reperire alloggi e di ottenere dati sugli accertamenti patrimoniali. Il 31 gennaio doveva essere definito il piano. Passo successivo la discussione in Giunta. Intanto, solo per fare un esempio, a Tor Sapienza continuano i roghi tossici.