Raul Bova, nei guai sorella ed ex moglie: «Evasero il Fisco producendo la serie tv»

Raul Bova con Chiara Giordano
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 17 Ottobre 2018, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 09:30
La miniserie tv “Come un Delfino” rischia di mettere di nuovo nei guai la famiglia di Raul Bova. Nell’estate del 2017, infatti, l’attore ha incassato una condanna a un anno e mezzo davanti al tribunale di Roma per degli sgravi anomali effettuati con la produzione della pellicola. E ora una contestazione analoga tocca alla sorella Daniela Bova e all’ex moglie Chiara Giordano, al vertice della società “Sanmarco”, produttrice della serie. Per le due manager il pm Giovanni Battista Bertolini ha appena firmato la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di evasione fiscale, ora al vaglio del gip Chiara Gallo. Secondo accertamenti della guardia di finanza con una serie di fatture ritenute false nell’anno di imposta del 2013 la Bova e la Giordano con 780 mila euro di fatturato sospetto avrebbero ottenuto rimborsi Iva non dovuti per 150.000 euro. Nell’ambito dello stesso procedimento è stato sollecitato il giudizio anche per quattro impresari cinematografici che avrebbero garantito le fatture per servizi di ambientazione o di personale non effettivamente forniti, almeno secondo l’accusa. 

I REDDITI
Raul Bova era finito sotto accusa per una frode al fisco di 680.000 euro lievitata con gli interessi a un milione e mezzo. All’attore era stato contestato di aver provato a risparmiare sulle tasse stipulando un contratto con la società che ne curava l’immagine, appunto, la Sanmarco, a cui avrebbe versato un canone annuo di 700.00 euro. A portarlo alla condanna con l’accusa di dichiarazione fraudolenta al Fisco alla fine un gruzzolo di 460.000 euro, risparmiati nella denuncia dei redditi del 2010. L’ex moglie, Chiara Giordano, in veste di ex procuratrice, e la sorella dell’attore, Daniela Bova, che con la Sanmarco avrebbero promosso anche il film “Gli sbirri”, invece, in quel procedimento erano state assolte. «Non solo la Sanmarco era una società attiva e operativa, ma con i film “Gli sbirri” e “Come un delfino” ha promosso la mia vera personalità, i progetti più voluti», aveva spiegato in aula Bova. A rincuorarlo i maxi sequestri dei suoi beni più volte bocciati e i contenziosi davanti ai giudici tributari vinti. 
 
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