Roma, pugni e calci a Jimmy Ghione: in tre a giudizio

Roma, pugni e calci a Jimmy Ghione: in tre a giudizio
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 5 Maggio 2016, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 14:36


Calci e pugni alle telecamere, a lui e agli operatori. Saranno processati i giustizieri della notte che nell'ottobre di due anni fa a Termini hanno pestato l'inviato di Striscia la notizia Jimmy Ghione, «punito» per essersi intrufolato tra clochard e pusher per fotografare il degrado nel quadrante di via Giolitti. Un'aggressione feroce subito denunciata dall'inviato del telegiornale satirico, ora pronto, insieme ai due cameraman che lo accompagnavano, a costituirsi parte civile. Alla sbarra tre uomini di 28, 30 e 46 anni rinviati a giudizio con la doppia accusa di danneggiamento e lesioni.
 


Era il 24 ottobre del 2014. Poco prima di mezzanotte. Al giornalista non era bastato girare con le telecamere tenute basse, ma accese. Quando si apprestava ad avvicinarsi a dei volontari che offrivano pasti caldi ai clochard si era ritrovato accerchiato. Prima gli insulti e le minacce. Poi gli spintoni, seguiti da calci e pugni. «Vi ammazziamo!», gli avevano urlato gli aggresori, una decina di uomini in tutto italiani e stranieri. Gli agenti di polizia avevano identificato tre romani, tra di loro pare neanche conoscenti: il mese prossimo dovranno presentarsi davanti al giudice monocratico per rispondere del pestaggio.
 
LA PROVA
Ad inchiodarli proprio il filmato girato da Ghione acquisito dalla polizia e andato in onda il giorno successivo su Canale 5. Appena è scattato l'accerchiamento l'inviato di Striscia e i due operatori non hanno spento le telecamere immortalando i loro volti. «Erano una decina» aveva denunciato Ghione alla polizia «Stavamo facendo un servizio sui senzatetto a Termini. In via Giolitti abbiano notato dei volontari del gruppo City Angels. Mentre ci avvicinavamo con le telecamere tenute basse abbiamo sentito urlare alle nostre spalle: Ao' a Jimmy Ghione, spegni la telecamera. Ti ammazzo. Ho provato a rassicurarli, ma siamo stati accerchiati e aggrediti». L'avvocato Domenico Naccari che assiste uno degli aggressori ha chiarito: «La discussione è degenerata per il presupposto che non erano gradite le riprese. Chiariremo tutto in dibattimento».