Parlando della partecipata capitolina che si occupa di ambiente il prefetto osserva che «con la giunta Alemanno l'impresa è oggetto di una gestione per così dire proprietaria da parte del suo amministratore delegato Franco Panzironi, anch'egli incolpato di essere intraneo a mafia capitale oltre che di corruzione, tanto che quando nel 2011 sarà costretto a lasciare l'incarico continuerà a gestire l'azienda come un vero e proprio funzionario di fatto».
Nella relazione si evidenzia come prova che l'Ama fosse «subappaltata a Mafia Capitale» il buon esito delle «pressioni esercitate da Carminati per far nominare ai vertici di Ama soggetti del suo demi monde (Berti e Fiscon) capaci di garantire la prosecuzione dei suoi lucrosi affari».
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