Ponte Marconi, una discarica dimenticata
sotto i palazzi e nessuno interviene

Ponte Marconi, una discarica dimenticata sotto i palazzi e nessuno interviene
di Laura Bogliolo e Elena Panarella
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Domenica 30 Marzo 2014, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 14:34

Un furgoncino bianco spegne i fari, apre lo sportello e scarica bustoni celesti, poi la fuga nel buio della notte vicino al Tevere.

C’è un mare colorato e maleodorante di immondizia vicino Ponte Marconi: la piazzola tra Lungotevere Dante e via Mario Ageno da tempo ormai è diventata una discarica a cielo aperto. Un materasso e i resti di un televisore le prime tracce del mondo sommerso che esplode dopo qualche passo in una distesa senza fine di bustoni stracolmi di immondizia. Uno stendino, addirittura il braccio di un manichino, stracci, bottiglie di plastica, scatoloni di cartone, i rifiuti invadono pericolosamente anche la carreggiata dove sfrecciano auto e moto.

«SIAMO ABBANDONATI»

L’orrore del degrado inizia a inghiottire Roma già all’incrocio tra viale Guglielmo Marconi e Lungotevere Dante: la segnaletica che indica le vie è abbattuta.

Poco lontano c’è un attraversamento pedonale, ma il marciapiede è sprofondato in una voragine recintata con una rete arancione. E poi eccolo il mare di rifiuti, ecco il muro maleodorante e colorato che continua a crescere in mezzo alla strada, invadendo la carreggiata, mangiando lingue d’asfalto. «Il quartiere Marconi è una discarica, fate qualcosa, ci sentiamo abbandonati» le poche parole di disperazione di una un’anziana che ha visto l’area affogare pian piano nel degrado. «Conosciamo bene la situazione della discarica» dice Claudio Sisto, il presidente della Associazione di volontariato di Protezione Civile GSS Sommozzatori di ponte Marconi che ha bonificato l’area sottostante di propria competenza. «Noi facciamo il possibile per tutelare l’ambiente» aggiunge Sisto.

I PERICOLI

E il municipio che dice? «Abbiamo chiesto all’Ama di intervenire da tempo - dice Andrea Catarci, presidente dell’VIII municipio - quella discarica è davvero una vergogna, potrebbe anche creare problemi di sicurezza igienica». Catarci parla di un’area di degrado «tra gli accampamenti di nomadi lungo il Tevere e della discarica che si era venuta a creare su Lungotevere Dante: siamo stati costretti a sbarrare la strada per impedire che la notte furgoncini scaricassero di tutto». Lungo gli argini compaiono stendini con panni stesi e micro accampamenti.

LA VERGOGNA

Nella piazzola vicino via Mario Ageno e via della Vasca Navale invece continua a prolificare la discarica a cielo aperto, ogni giorno più grande, ogni ora più pericolosa. Sembra quasi che qualcuno abbia fatto esplodere una decina di cassonetti nello slargo che qualcuno giorni fa ha provato anche a recintare con una rete verde. Un intervento, forse, per provare a nascondere l’orrore, oppure un tentativo di contenere l’immondizia che si rovescia sulla strada occupando pericolosamente la carreggiata. «Una situazione vergognosa - continua a ripetere il minisindaco Catarci - oltre all’inciviltà delle persone che continuano a lasciare rifiuti è il contesto dell’aria che è degradato. è necessario - conclude - un intervento tempestivo».

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