Ostia, picchiato titolare di uno stabilimento: l'ombra della mala

Ostia, picchiato titolare di uno stabilimento: l'ombra della mala
di Mirko Polisano
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Lunedì 24 Luglio 2017, 14:39
È ancora avvolta dal mistero l'aggressione subita l'altro giorno dal titolare dello stabilimento La Nuova Pineta a Ostia. Si tratta dell'imprenditore Franco Petrini colpito a pugni da due bagnanti a cui era stato vietato l'ingresso nell'impianto sul lungomare Lutazio Catulo. Dopo aver acquistato i biglietti per l'accesso ai servizi in spiaggia, il gestore ha indicato ai clienti (quattro adulti e sei bambini) l'entrata riservata ai giornalieri, distante poche centinaia di metri da dove si trovavano le due famiglie. «Facce entra'», hanno gridato due energumeni nei confronti dell'uomo che aveva indirizzato le persone altrove.

BOTTE E MINACCE
Dalle parole pesanti si è passato all'aggressione. I due si sono scagliati con violenza contro il gestore dello stabilimento. Uno ha sferrato un pugno all'altezza dell'orecchio, rompendogli un timpano. Petrini è stato pestato a sangue: è riuscito a malapena a difendersi proteggendosi il viso con le braccia dai colpi di uno sgabello di ferro. Non contenti i due, sotto gli occhi di decine di bagnanti e dei loro stessi familiari, si sono poi introdotti nell'ufficio dell'imprenditore e lo hanno devastato. Poi, si sono dati alla fuga. L'uomo è stato accompagnato in ospedale, dove i sanitari gli hanno riscontrato oltre al timpano perforato, anche due costole incrinate e diverse contusioni alle braccia e alla testa. Restano, però, ancora dei punti oscuri da chiarire. A partire dai responsabili del gesto. Gli aggressori conoscevano il titolare dell'impianto, tanto da chiamarlo per nome prima di ridurlo a una maschera di sangue. «A Petrì, l'hai sentito il cazzotto, eh?», gli avrebbero detto al momento delle percosse. Un modus operandi in pieno stile della mala di Ostia: come se chi ha agito fosse un criminale di rango o avesse, comunque, le spalle coperte. «Sennò te mannamo gli altri», avrebbero continuato. Agli atti manca la denuncia e la richiesta di intervento delle forze dell'ordine. I carabinieri avrebbero in mano solo una segnalazione con un resoconto dei fatti.

LA TESTIMONIANZA
L'uomo si è prima trincerato dietro un secco no comment, poi ha raccontato la sua versione dei fatti. «Non ho mai ricevuto minacce e quello che è accaduto - dice Petrini - è un fatto isolato, anche perché si tratta di persone che erano venute allo stabilimento con mogli e bambini. Io ho invitato loro a entrare nella parte riservata ai giornalieri e non a quella degli abbonati, distante poche centinaia di metri da dove avevano acquistato i biglietti: è una regola interna del nostro stabilimento. Loro evidentemente non hanno gradito. La mia impressione è che a Ostia si respira un clima di rabbia sociale e di avversità nei confronti della categoria dei balneari e questo porta chiunque a sentirsi padrone di fare ciò che vuole. Noi siamo una risorsa per Ostia, ma non tutti lo capiscono». Un'aggressione che, però, potrebbe nascondere anche altri motivi. Non è la prima volta che nello stabilimento si registrano blitz di stampo criminale. Nel maggio del 2013, due sconosciuti con i passamontagna hanno scavalcato la recinzione del lungomare Lutazio Catulo per sequestrare una guardia giurata e dare fuoco a una sala dello stabilimento. «Quella vicenda era legata agli ex gestori del ristorante», ha concluso Petrini.

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