Il giallo della donna finita in mare durante gita in barca col marito: «Non l'ho vista cadere in acqua»

Il giallo della donna finita in mare durante gita in barca col marito: «Non l'ho vista cadere in acqua»
di Mirko Polisano
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Sabato 11 Giugno 2016, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 13:03
«Sono io il primo a voler scoprire la verità». A parlare è Marco Sorgi, il compagno di Paola Ferri, la quarantottenne recuperata senza vita a largo nelle acque di Ostia (davanti al Plinius) nel pomeriggio di lunedì, dopo una gita in barca con il suo fidanzato. Indagato per omicidio colposo come atto dovuto dalla Procura di Roma, Marco Sorgi rompe il silenzio e torna a quel maledetto 6 giugno, quando il mare inghiottisce Paola portandosela via per sempre. «Ero al timone, quando la mia compagna ha accusato un malore ed è caduta in acqua. Purtroppo io e Paola eravamo soli in barca. Non c'era nessuno con noi che possa o meno dare versioni congrue o diverse da quelle che posso dare io. Quando lei si è sentita poco bene non ho capito il motivo scatenante della cosa».
Sorgi, assistito dall'avvocato Pasquale Neri, ha nominato anche un medico legale di parte, Guido Maria De Mari. «Aspettavo l'esame autoptico per capirne di più. Voglio andare fino in fondo ed è per questo che ho nominato un perito che possa dirci con certezza da quale malore sia stata colpita Paola». L'inchiesta è ancora in corso e spetterà agli inquirenti chiarire gli eventuali lati oscuri della vicenda. «Non posso entrare nei dettagli commenta Marco però posso affermare che l'indagine non mi preoccupa. È una prassi. E sono convinto che sia giusto che si che si indaghi perché la verità deve venire a galla».

«NESSUN TIMORE»
Sorgi non teme la giustizia. «Sono fiducioso nel lavoro delle forze dell'ordine - dice - Non ho nulla da temere. Purtroppo quanto accaduto a largo del mare di Ostia è stata una tragica fatalità. Io so per certo quello che è successo, perché è capitato a me», continua a ripetere l'uomo che avrebbe fatto l'impossibile per salvare la sua compagna. Il lavoro degli inquirenti, poi dovrà chiarire la dinamica esatto di quello che è ancora catalogato negli archivi della squadra mobile come «incidente». Si dovranno attendere altri due mesi per gli esiti definitivi dell'esame autoptico, corredato dai test tossicologici, per capire come è morta Paola Ferri. «Questa storia è successa nel momento sbagliato, ma non mi ha scalfito il fatto che qualcuno possa aver dubitato di me», afferma Marco.
«Eravamo una coppia perfetta. Chi mi conosce sa che rapporto c'era tra noi due. Era tutto trasparente, tutto alla luce del giorno, avevamo 14 anni di differenza è vero. Ma stavamo insieme da dieci e abbiamo avuto due figli. Paola ha una figlia di 21 anni che vive con noi e che sta vivendo questo dramma con me. I più piccoli, però, chi li protegge da tutto quello che sta succedendo?». Marco Sorgi, poi, ritorna al primo appuntamento, al mare. In quello stabilimento dove lui stesso faceva il bagnino. «L'ho conosciuta quando ero poco più di un ragazzo dice con un lieve sorriso - avevo 24 anni. È stata una storia bellissima».

LA CAPITANERIA
La sua versione è agli atti della capitaneria di porto di Fiumicino, dove il trentaquattrenne è stato ascoltato la sera stessa dei fatti. Sui punti che hanno fato venire dubbi agli investigatori resta il segreto istruttorio. «Sono pronto a spiegare tutto ha precisato l'uomo- sul mio conto sono state dette tante cattiverie. Tutto avrei voluto tranne che questo diventasse un caso mediatico». Nel centro estetico di via Tagaste, a Ostia, dove lavorava la vittima, è un via vai di persone. Tanti curiosi, ma anche tante clienti che sono volute passare per esprimere il loro affetto per Paola. «Non abbiamo mai avuto mai nulla da nascondere conclude Sorgi - ed eravamo affiatati come il primo giorno». Il fascicolo aperto in Procura non è ancora archiviato e la Guardia Costiera sta ripassando al vaglio i verbali, le testimonianze e i riscontri scientifici, compresi i rilievi sulla barca che è tutt'ora sotto sequestro. Marco Sorgi continua ad andare avanti: «Non vedo l'ora che questo incubo finisca, anche se continuare senza Paola non sarà facile».
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