Venerdì era una sera come tante. Il bus era trapiazzale della Posta e Corso Duca di Genova, zona centrale e trafficata. Due ragazzi, tra i 18 e i 20 anni, capelli rasati e tatuaggi bene in vista, hanno battuto il palmo della mano contro i vetri chiedendo al conducente di aprire. «Apri ’ste porte, forza. Sbrigate» hanno gridato. L’uomo, vive ad Acilia ed è padre di tre bambini, ha fatto segno che lì, al centro di una rotatoria, non poteva proprio fermarsi. Ha percorso pochi metri e si è bloccato ad aspettarli alla fermata successiva. I due lo hanno raggiunto. Si sono precipitati al posto di guida, privo del vetro di protezione malgrado le numerose aggressioni registrate negli anni sulla stessa linea.
«Prima che mi saltassero addosso - racconta la vittima - ho provato a spiegargli che non potevo fermarmi dove dicevano, che rispettavo il regolamento. Continuavano a dire che gli avevo fatto un torto». L’autista fa appena in tempo a tirare il freno a mano, mettendo al sicuro vettura e passeggeri, quando uno dei due lo trascina fuori dallo spazio di guida e scaraventa a terra. Lo pestano davanti a venti persone che non sono intervenute.
«Psicologicamente sono a pezzi - riprende - Faccio il lavoro che mio padre ha fatto tutta la vita. Ho lavorato in zone di Roma difficili, presto servizio su questa linea da due anni. Ai miei figli ho raccontato che ho avuto un incidente, sono piccoli non voglio che pensino che in giro ci sono persone così». Poi riprende: «Quando gli aggressori sono scappati una donna ha telefonato ai carabinieri, arrivati lì insieme all’autoambulanza».
E’ l’ennesima aggressione avvenuta a Roma ai danni degli autisti. A marzo a Laurentino 38 in quattro hanno pestato il conducente della linea 776. Il 4 settembre altri tre, il conducente e due colleghi corsi ad aiutarlo, erano stati picchiati alla stazione Termini. Minacce e lanci di sassi ci sono stati anche a Tor Bella Monaca. Anche per gli autisti dello 01, che collega la stazione Lido Centro con piazza Gasparri, non è la prima volta. Quando il sindaco era Veltroni, dopo uno dei pestaggi, il Comune assicurò l’istallazione di telecamere sulle vetture. Per un periodo i bus vennero scortati dalla polizia municipale, un provvedimento che di recente si è reso necessario per altre linee della Capitale ma che a Ostia è durato una manciata di mesi. «Le vetture dello 01 - dichiara Fabio Morazzini per conto dei sindacalisti della Rsu del deposito di Acilia- sono prive di una cabina di protezione. Chiunque può avvicinarsi e metterci le mani addosso»».
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