Nuovo Ospedale dei Castelli Romani: otto sale operatorie e 344 posti letto, taglio del nastro nel gennaio 2018

Nuovo Ospedale dei Castelli Romani: otto sale operatorie e 344 posti letto, taglio del nastro nel gennaio 2018
di Chiara Rai
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Martedì 21 Febbraio 2017, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 20:10

Grandi più del modello standard, luminose, con gigantografie di rami di pesco e girasoli sulla parete e multifunzionali:  le sale operatorie del Nuovo Ospedale dei Castelli Romani sono state realizzate sul modello di quelle del Nord Europa.

La grande struttura all'avanguardia al km 11,5 della via Nettunense è quasi pronta: inquadrata come Dea di primo livello, è in fase di ultimazione. Mancano alcuni lavori per le infrastrutture esterne. Ed è già partito l'inventario dei macchinari.
 

 


Il taglio del nastro è previsto per gennaio 2018. Il nuovo ospedale servirà un bacino di oltre 560mila persone, si parla di 344 posti letto di cui 286 per la degenza ordinaria e 58 per il day hospital. Di fatti raccoglierà i reparti finora frazionati tra gli ospedali di Genzano, Albano, Ariccia e Rocca Priora, e fornirà assistenza sanitaria anche alla fascia territoriale di Pomezia ed Aprilia.

Il direttore sanitario Narciso Mostarda parla di avanguardia riferendosi all’ospedale castellano, uno degli ospedali più moderni e innovativi d'Italia, con ottime tecnologie: nell’ospedale ci saranno reparti di eccellenza non esistenti sul territorio, quali emodinamica, neurochirurgia e forse un padiglione di grande interesse per i malati che a tutt'oggi non hanno riferimenti, sulla MSC Multichemiosensibilità.

La hall è imponente, sembra quasi una sala d’attesa di un moderno aeroporto internazionale. C’è una sensibile estensione del fabbricato al piano terra, cioè al livello degli accessi. Questa ampia forma consente la creazione di importanti cortili interni che portano l’illuminazione naturale a tutte le aree interne e permette la collocazione sul perimetro del fabbricato e, quindi, direttamente raggiungibili dall’esterno. Il flusso crescente di pazienti dai Castelli a Roma potrebbe presto fermarsi e forse anche, con il tempo, cambiare verso.

 

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