IL MESSAGGIO
I genitori di Vincenzo Paduano vogliono chiedere perdono, far sentire alla famiglia di Sara che sono vicini al loro dolore. Stanno pensando a una lettera da inviare alla mamma e al papà della ragazza non appena troveranno la forza di farlo. Le finestre del palazzetto di via Comunanza, dove Vincenzo abitava con i genitori sono ancora chiuse. Castel Giubileo è sotto choc, si conoscono tutti in quelle stradine strette, Vincenzo è nato e cresciuto qui. «La nostra comunità è sconvolta», dice don Fabio Borghesi, il parroco della chiesa Santi Crisanti e Daria nella traversa accanto a via Comunanza. «Due famiglie sono distrutte. Vogliamo far sentire ai genitori, agli zii e alla nonna di Vincenzo che partecipiamo al loro dolore con la preghiera e gli siamo accanto. Qui si vive come in un paese. L'ultima volta che ho visto Vincenzo è stato ai funerali del nonno, a dicembre. La nonna è una santa donna, tutti i pomeriggi è qui ma da due giorni non la vediamo più». La vita di nonna Celestina e quella del marito è stata segnata da un dramma. Una quarantina di anni fa hanno perso un figlio piccolo. Aveva 7 anni, giocava con gli altri bambini sotto casa, in via Comunanza. Si è nascosto in una molazza dove si mescola il cemento, qualcuno ha azionato la macchina e il piccolo è stato stritolato.