Nicoletti jr, la Procura: «Subito a giudizio»

Nicoletti jr, la Procura: «Subito a giudizio»
di Michela Allegri
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Domenica 17 Dicembre 2017, 10:21
L'abilità nel fare girare il denaro, con sistemi illeciti, era una questione di famiglia: Massimo Nicoletti, figlio dell'ex cassiere della Banda della Magliana, Enrico, si trova a un passo dal banco degli imputati per trasferimento fraudolento di beni finalizzato ad eludere la normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniale. Il pm Luca Tescaroli, titolare del fascicolo, ha chiesto che venga processato con rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare. Per la procura, Nicoletti, che ha già a suo carico una misura di prevenzione personale e patrimoniale e precedenti di polizia per traffico di droga, usura ed estorsione, avrebbe attribuito ad alcuni prestanome le quote di due società a lui riconducibili. Secondo l'accusa, il figlio dell'ex cassiere della Magliana, arrestato insieme ad altre 3 persone il 28 settembre scorso dai finanzieri del Gico e tuttora detenuto, sarebbe il «dominus» di rilevanti investimenti nel mercato immobiliare, effettuati grazie a «finanziatori occulti» e attraverso le aziende «Koros srl», utilizzata per acquistare un grosso complesso edilizio composto da 42 immobili di pregio, e «Dama Investment», a cui era affidata invece la vendita degli appartamenti.
GLI ACCERTAMENTI
L'inchiesta, ribattezzata «Barba», dal soprannome con cui viene chiamato l'imputato, è partita nel dicembre 2015 e, grazie ad intercettazioni, pedinamenti e accertamenti patrimoniali, ha permesso alla Finanza di scoprire il ruolo di primo piano svolto da Nicoletti nel business e, soprattutto, il tentativo di aggirare le norme antimafia attraverso una rete di prestanome. Anche per una delle teste di legno, l'imprenditore romano Mario Mattei, il pm Tescaroli ha chiesto il processo immediato. Lui e Nicoletti saranno davanti al gip Flavia Costantini il 14 febbraio prossimo e potranno chiedere di essere giudicati con rito abbreviato. Per l'accusa, l'imprenditore avrebbe gestito i rapporti con i finanziatori delle speculazioni immobiliari e avrebbe agito come factotum di Nicoletti, anche se formalmente non rivestiva alcuna carica. Dalle indagini è emerso anche che Mattei era stato vittima di intimidazioni. I finanziatori di Nicoletti avevano infatti deciso di ritirare gli investimenti e pretendevano la restituzione delle somme anticipate. Peccato che i soldi fossero già stati trasferiti dal figlio dell'ex cassiere. Risultato: Mattei era stato minacciato e picchiato.
 
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