L'ultima mossa di Marra: restituiti i soldi a Scarpellini

L'ultima mossa di Marra: restituiti i soldi a Scarpellini
di Michela Allegri
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Mercoledì 11 Ottobre 2017, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 17:52

Gli assegni sono del 2013 e per la Procura sono il prezzo della corruzione che lo inchioda al banco degli imputati. A distanza di 4 anni, dopo un arresto e quando il processo a suo carico è ormai alle battute finali, l'ex fedelissimo della sindaca Virginia Raggi, Raffaele Marra, tenta di alleggerire la sua posizione e restituisce la somma: 367mila euro ricevuti dal suo coimputato, l'imprenditore Sergio Scarpellini, e usati per comprare un lussuoso appartamento in via dei Prati Fiscali. Una mossa che difficilmente convincerà il Tribunale: per la pm Barbara Zuin, il costruttore avrebbe pagato l'ex dirigente del Campidoglio, intestando due assegni a sua moglie, per ottenerne i favori. Ora che si avvicina la sentenza, prevista il 20 ottobre, Marra rende ogni centesimo, dopo avere cambiato diverse versioni sul quel passaggio di denaro e racimolando i soldi tra prestiti e cambiali.

LA STRATEGIA
La tempistica è singolare: è l'ultima mossa della difesa per cercare di dimostrare che non si trattava di una bustarella, ma di un favore chiesto a un amico, come sostenuto dai due imputati. La notizia è arrivata in apertura dell'udienza di ieri. «Marra ha saldato il debito», ha detto l'avvocato Francesco Scacchi. Ha chiesto in prestito 50mila euro alla sorella, altri 50mila al fratello. Ha venduto una macchina da 8mila euro e altri 120mila euro sono stati recuperati tra Tfr da dirigente e trattamento Inps.
Ieri sono stati ascoltati gli ultimi testi della difesa: tre dirigenti del Comune, Clorinda Aceti, Antonella Caprioli e Damiano Colaiacomo, ex vertice del dipartimento Risorse Umane. Durante l'audizione della Caprioli, l'avvocato Vincenzo Perticaro, che rappresenta l'associazione Asia Usb, parte civile, ha letto alcuni scambi via chat tra lei e Marra. Messaggi che proverebbero l'influenza dell'ex fedelissimo sulla giunta Raggi, percepita dai colleghi, che si rivolgevano a lui per informazioni e favori. Il 25 giungo 2016, Marra è appena stato nominato vicecapo di Gabinetto della sindaca. La Caprioli, direttore di direzione nella Ragioneria, gli chiede di essere confermata in quella posizione. Vuole «restare in seconda fila», dice, senza ruoli apicali. Il 24 settembre scrive: «Mi hanno chiamata al Dit (Dipartimento innovazione tecnologica, ndr), fai di tutto per mantenermi lì!». In un'altra chat, che sarà depositata alla prossima udienza, Marra parla con l'allora vicesindaco Daniele Frongia di quella e di altre nomine. «Avevo chiesto di essere confermata perché stavo facendo una cosa che trovavo interessante, mi sono rivolta a lui perché era vicecapo di Gabinetto - ha detto la dirigente - ma non sono stata ascoltata, ora infatti rivesto un ruolo apicale: direttore del dipartimento Innovazione Tecnologica».

IL TESTE
Il 20 ottobre, prima della discussione, verrà ascoltato Paolo Sassi, teste chiave dell'accusa e ex dirigente della gestione amministrativa del Patrimonio. Sentito dalla pm come persona informata sui fatti aveva dichiarato: «in Comune tutto va avanti secondo il principio di conoscenza e favori», riferendosi in particolare ai due imputati.