E Romeo disse a Raffaele: «Cena? Mi devi una escort»

E Romeo disse a Raffaele: «Cena? Mi devi una escort»
di Sara Menafra
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Ottobre 2017, 07:59
Salvatore Romeo teneva moltissimo all'amicizia con Raffaele Marra. Anche perché l'ex finanziere fin dall'autunno 2015 gli suggeriva tutte le mosse giuste prima per la campagna interna ai Cinque stelle e poi per costruire la nuova amministrazione, dal progetto di «macrostruttura» alla verifica dei curriculum degli assessori. A settembre, si legge nelle chat depositate al processo Scarpellini, quando lo scontro interno sul suo nome è già partito, Romeo lascia a Marra un lungo messaggio: «Ascolta il messaggino del tuo amico Salvatorino, stavolta mi devi una escort non una cena. Sono le 3 e sto tornando a casa, Virginia è determinata le abbiamo aperto gli occhi. Abbiamo parlato tanto di te e ho delle buone notizie: le ho parlato, ho visto la sua determinazione nel perseverare nella scelta».

«FARAI LA MUNICIPALE»
Prima che si votasse, del resto, le promesse di Romeo a Marra erano state tante. È il 29 maggio, pochi giorni prima del voto e il gruppo attorno a Raggi sta valutando i curriculum dei possibili assessori. In chat Salvatore Romeo (archiviato per tutte le accuse in relazione alla propria promozione) scrive a Marra: «Per un dirigente di prestigio di presidenza consiglio si configura ruolo dg. Tu capo municipale».Nei mesi successivi si parlerà del fratello di Marra, Renato, come capo della Polizia municipale. In ogni caso Romeo promette che un premio per lui ci sarà: «Sto provando a difendere il territorio. Il tuo. Ci provo».

LA MULTA DA CANCELLARE
«A In cambio, Marra sembra essere disposto a fare qualunque cosa, anche dare una mano per far cancellare una contravvenzione. Il 10 luglio di un anno fa, «Mi hanno rovinato la giornata, mi hanno fermato i carabinieri... mo ti chiamo e te lo dico». La telefonata non è stata intercettata, ma dopo un po' Marra scrive un messaggino ulteriore: «Non ti preoccupare la soluzione per te la si trova! Hai la mia parola d'onore!».