Marino, spara contro il genero. Parla il suocero killer: «Volevo solo difendere mia figlia»

Enrico Muntoni in manette (Foto Luciano Sciurba)
di Daniela Fognani
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Sabato 3 Maggio 2014, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 11:14

Volevo solamente difendere mia figlia. Cerca una scusa Enrico Muntoni, il 55enne operatore ecologico che il 1 maggio, all’una del mattino, ha ucciso con un colpo di pistola al cuore durante una lite il compagno della figlia Federica, Marco Monaco, 27 anni. Nell’elegante palazzina di via Colonna, al civico 40, in una zona residenziale nel centro di Marino, la famiglia Muntoni è conosciuta come schiva e riservata «non litigavano né alzavano la voce» afferma una vicina e il 55enne era considerato da tutti «un uomo tranquillo».

LA RICOSTRUZIONE

La fuga a casa dei genitori che le mancavano, dopo l’ennesimo spintone del suo compagno. E il padre di lei che reagisce alla possessività del giovane con un colpo di pistola mortale. È un dramma frutto di momenti di follia familiare quello che si è consumato l’altro ieri notte a Marino. Muntoni è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario aggravato. La coppia, che gestiva una pizzeria a San Cesareo e abitava a Zagarolo, da tempo viveva un periodo di crisi: tensioni, discussioni, spintoni e ogni tanto degli schiaffi. Dopo l’ultimo litigio, lei, 26 anni, è andata via sbattendo la porta per andare a casa dei suoi genitori a Marino, dove aveva già portato il loro figlio di 20 mesi.

L’EPILOGO

Da tempo i genitori chiedevano alla figlia di denunciare il compagno. La 26enne si era confidata con la madre: «Mi maltratta - diceva - a volte volano degli schiaffi, mi dà degli spintoni e mi scaraventa sul letto, ho paura». Dopo qualche ora lui l’ha raggiunta a casa dei suoi. Alla porta ha aperto la madre della ragazza, che ha tentato di allontanare il 27enne con un ombrello: ne è nata una zuffa, con un parapiglia tra la madre della fidanzata e la stessa ragazza.

Nella casa c’erano anche la sorella della giovane con un altro bimbo di tre anni. Momenti di tensione che hanno portato all’esasperazione del padre di lei che aveva il porto d’armi per il Poligono e la caccia. Enrico Muntoni è andato nella sua camera, ha preso due pistole. Poi ne ha poggiata una sul pavimento ed ha impugnato l’altra. È tornato sull’uscio della porta ed ha esploso il proiettile senza esitazione, colpendo al petto il giovane. La vittima è morta sul colpo; il suo corpo in terra nel sangue, proprio all’entrata di quella casa dove era andato per «riprendersi» la sua compagna. Poi il 54enne, preso dal panico, ha cercato di nascondere le pistole in garage prima di allontanarsi ed essere rintracciato dai carabinieri della stazione di Marino e del nucleo operativo di Castel Gandolfo diretti dal tenente Alessandro Iacovelli, nei pressi dello stadio.

IL DOLORE

Dolore e sconcerto per l’accaduto anche a Zagarolo dove vivono i genitori della vittima, compresi un fratello ed una sorella più grandi. Il 27enne, un precedente per rissa davanti ad un locale, soprannominato dagli amici «Er Pagnottella» perché preparava loro gustosi panini da mangiare insieme in allegria.

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