Partorisce nel McDonald's e abbandona il figlio nel water: pena ridotta alla madre romena

Partorisce nel McDonald's e abbandona il figlio nel water: pena ridotta alla madre romena
di Riccardo Di Vanna
2 Minuti di Lettura
Martedì 18 Marzo 2014, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 14:54
Ha partorito nel bagno di un McDonald's e poi ha abbandonato il bimbo nel water.

Un tentativo di infanticidio per il quale, dopo la sentenza di primo grado, Andreia Grancea, ventunenne romena residente nella capitale, è stata condannata anche dai giudici della Corte d'Appello di Piazzale Clodio. Per lei, censurata con quattro anni di reclusione al termine del processo conclusosi lo scorso mese di giugno davanti al gup, la pena stabilita in secondo grado di giudizio è stata ridotta a tre anni e quattro mesi. A fare la differenza, la concessione delle attenuanti generiche di cui in precedenza l'imputata non aveva beneficiato.



L'ABBANDONO

La donna, arrestata in Romania nel mese di marzo del 2013 al termine di un'intensa attività di indagine, era balzata in cronaca nelle ore immediatamente successive al rinvenimento del piccolo, nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 2012. Una telecamera a circuito chiuso, montata all'interno del ristorante, aveva filmato l'ingresso e l'uscita di una giovane dai capelli lunghi e neri immediatamente sospettata di essersi disfatta del neonato. L'imputata, infatti, si sarebbe trattenuta nel bagno per almeno venti minuti per poi far perdere rapidamente le sue tracce.

Un periodo di tempo piuttosto breve, ma comunque sufficiente per dare alla luce un bambino. A ritrovare il bebè, con il corpo quasi interamente immerso nell'acqua dello scarico, sarebbero stati due giovani clienti. I ragazzi, entrati nel wc qualche minuto dopo la fuga dell'imputata, avrebbero notato la testa e il braccio del neonato affiorare dalla tazza e, in preda allo spavento, avrebbero richiamato l'attenzione del personale del McDonald's. Allertato dalle grida dei due, un inserviente del fast food di piazza Luigi Sturzo, sarebbe quindi intervenuto per mettere in salvo il bimbo.



In un ambiente abbondantemente cosparso del sangue della partoriente, l'uomo, mosso dall'istinto, avrebbe avuto la prontezza di spirito necessaria per raccogliere il piccolo e lavarlo sotto il getto d'acqua calda di un rubinetto. Prontamente prelevato dal personale sanitario accorso nel negozio, il bambino è stato affidato alle cure dei medici dell'ospedale Sant'Eugenio e non ha riportato gravi conseguenze per l'accaduto.

La madre, invece, raggiunto un villaggio della Romania - probabilmente grazie all'aiuto di un complice - è stata individuata degli uomini della squadra mobile e quindi estradata in Italia in virtù di un mandato di cattura europeo.



LA DIFESA

«E' un fatto molto triste - ha dichiarato l'avvocato Andrea Palmiero, difensore di Andreia Grancea - ma non siamo completamente soddisfatti della sentenza. Il reato commesso dalla mia assistita poteva essere riqualificato in abbandono di minore, perché la sua volontà non era quella di uccidere il figlio. Il verdetto emesso dalla Corte d'Appello - prosegue il legale - ha comunque tenuto conto di fattori importanti quali il contesto culturale e ambientale in cui viveva l'imputata. La concessione delle attenuanti generiche ha umanizzato la sentenza e presto presenteremo appello in Cassazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA