Mafia capitale, da Buzzi a Carminati: il “mondo di mezzo” da oggi alla sbarra

Mafia capitale, da Buzzi a Carminati: il “mondo di mezzo” da oggi alla sbarra
di Sara Menafra
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Sabato 21 Novembre 2015, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 09:56

Quarantasei imputati, un esercito di sessanta avvocati, oltre 130 udienze previste fino a luglio. Migliaia di intercettazioni e centinaia di documenti depositati. Ottanta gli accrediti per telecamere e fotografi giunte in questi giorni alla presidenza del Tribunale, tra cui molte richieste straniere. Il procedimento a Massimo Carminati e al suo gruppo criminale arriverà nelle case di mezzo mondo per raccontare il malaffare che ha caratterizzato l'amministrazione di Roma negli ultimi anni, il marcio che si annidava nei palazzi del potere capitolino. In queste ore sono in via di trasferimento gran parte degli imputati così come disposto dal presidente della sezione Rosanna Ianiello: una quindicina di persone, detenute in varie parti di Italia, saranno trasferite nel carcere di Rebibbia in modo da poter essere presenti dalla seconda udienza in poi al processo, mentre ciò che accadrà oggi in aula Occorsio lo potranno seguire in videoconferenza. Non potranno, invece, mai essere presenti al processo tre imputati eccellenti che avranno solo il video come opzione per seguire le varie udienze.

Si tratta di Carminati, l'ex terrorista ritenuto a capo del clan e attualmente detenuto in regime di 41 bis a Parma, Salvatore Buzzi, ras delle cooperative e braccio operativo dell'organizzazione e Riccardo Brugia, uomo legato a Carminati e presunto custode di armi, mai però trovate dagli inquirenti. In aula ci saranno i 22 imputati ai domiciliari, compresi ex amministratori locali come Mirko Coratti, già presidente Pd del Consiglio comunale, e Giordano Tredicine, consigliere comunale Pdl. E probabilmente anche Luca Odevaine, da due giorni ai domiciliari.

IL COMUNE Di fatto, l'udienza di stamane registrerà solo le presenze e le assenze ”formali”.

Ieri, il prefetto Paolo Tronca, commissario al comune, ha firmato la dura costituzione di parte civile di Roma capitale, preparata dagli avvocati Rodolfo Murra ed Enrico Maggiore. «Mafia Capitale - si legge nel documento - risulta aver mutuato dalla Banda della Magliana alcune delle sue principali caratteristiche organizzative».

L'atto di costituzione di parte civile fa anche i conti di quanto è costata la Mafia a Roma. Non solo per le tante gare pilotate, ma anche per la diffusione dell'usura, che il comune combatte tramite il finanziamento di Sportelli anti usura: «1078 sono le persone che hanno ricevuto assistenza tramite gli sportelli anti usura nel 2010, 671 nel 2011». E il costo medio annuale per ogni singolo sportello «risulta variare tra i 20 e i 40mila euro». Soldi che il Comune di Roma avrebbe potuto risparimiare.

LE PARTI CIVILI A chiedere di costituirsi parte civile, domani, ci sarà anche la Regione Lazio: «L'inchiesta Mafia Capitale ha avuto l'immenso merito di dare volto e concretezza a un sistema che aveva vissuto Roma - ha dichiarato ieri il governatore Zingaretti - non c'è dubbio che l'inchiesta della Procura offra un quadro compiuto di un sistema, e questo rappresenta un contributo determinante nella battaglia della legalità».

Tra coloro che chiederanno di costituirsi anche la Legacoopsociali, un tempo fortemente influenzata dal ruolo di Salvatore Buzzi, leader di una delle principali cooperative sociali romane, e l'associazione antimafia Dasud: «La mafia - dice il portavoce Chirico - ha mostrato una preoccupante capacità di rovesciare in interesse privato la gestione pubblica». Don Luigi Ciotti ha annunciato la presenza anche dell'associazione antimafia «Libera». E per dire del clima che ci sarà domani, davanti al tribunale ci saranno a protestare i e i vincitori del concorso per nuove assuncioni bandito dal comune cinque anni fa e mai concluso. Anche loro ritengono che Mafia capitale sia la causa dei loro mali: «Saremo fuori - dicono - a difendere i nostri diritti di vincitori e idonei non assunti».

Un ex ”amico” del Nero, Roberto Grilli, ha scelto intanto di prendere la parola pubblicamente, con un'intervista a Skytg24. Le sue dichiarazioni in seguito ad un arresto per traffico di stupefacenti al pm Giuseppe Cascini hanno di fatto dato il via all'inchiesta: «Carminati è chiaramente una persona di un'altra generazione, più grande di me, avevamo delle amicizie in comune. Ho parlato di quello che ho fatto, ma non voglio vendicarmi».