Giubileo, è allarme rifiuti: raccolta a rischio collasso

Giubileo, è allarme rifiuti: raccolta a rischio collasso
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 01:11 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 09:15


Una montagna di rifiuti (quasi 200 tonnellate in più al giorno) si prepara a invadere la Capitale durante il Giubileo. Rischia di essere il colpo del kappaò per una città già in sofferenza in condizioni normali. Un rapporto pubblicato ieri dal Censis prevede che durante l'Anno santo a Roma verranno prodotte oltre 64 tonnellate di immondizia in più al giorno. Le previsioni interne realizzate dall'Ama però sono ancora più pesanti: gli studi che circolano nella sede della municipalizzata parlano di circa 190 tonnellate di immondizia aggiuntive, 70mila tonnellate “extra” in un anno. L'azienda sta studiando le contromisure. Perché la situazione è già critica in queste settimane, con strade e marciapiedi di tanti quartieri ricoperti da sacchetti di plastica e rifiuti ingombranti. Con l'arrivo nella Città eterna di oltre 30 milioni di pellegrini e turisti, il sistema rischia di andare ancora più in sofferenza.
NUOVI CASSONETTI
Entro l'8 dicembre, quando è prevista l'apertura della Porta Santa che darà il via all'Anno santo straordinario, dovrebbero essere allestiti 6mila cassonetti nuovi di zecca (in città ne sono presenti 66mila, molti però in condizioni fatiscenti). L'80% sarà posizionato nelle zone interessate dai percorsi giubilari e accanto alle fermate di metro A e B.
Contemporaneamente l'azienda guidata dal presidente Daniele Fortini, sposterà altri 110 operatori ecologici ad occuparsi della raccolta dell'immondizia. Il rischio però è che possa non bastare. Perché se è vero che negli ultimi anni la percentuale di differenziata è schizzata dal 21% del 2010 al 43% del 2015 (uno dei dati più alti d'Europa), è anche vero che molti quartieri, dalla Balduina al Casilino, restano in crisi. Soprattutto a inizio settimana, dato che è saltato l'accordo tra Ama e sindacati per potenziare la raccolta nei giorni festivi. Fortini ieri ha detto di voler incontrare il commissario Tronca per provare a riallacciare la trattativa. Ma si guarda anche alle scelte del governo e al decreto Giubileo, con la speranza che una parte delle risorse in arrivo venga stornata verso la gestione dei rifiuti.
I VISITATORI
Secondo il Censis l'arrivo nella Capitale di 33 milioni di turisti e pellegrini durante l'anno del Giubileo corrisponderà a un volume aggiuntivo di rifiuti pari a quello prodotto in un anno da una città delle dimensioni di Rieti (48mila abitanti) e che si concentrerà in gran parte in un'area della città relativamente ristretta e solo in alcuni giorni dell'anno. Sono dati che vanno inseriti in un contesto già complicato. Nel 2014 la produzione complessiva di rifiuti urbani a Roma è stata di 1,7 milioni di tonnellate, pari a 600 kg per abitante l'anno (a livello nazionale la media è di 480 kg), ovvero più di un chilo e mezzo di rifiuti a testa al giorno. Nella Città eterna il volume di rifiuti urbani prodotti dipende solo in parte (per il 60%) dalle utenze domestiche e risente molto della forza di attrazione su visitatori e pendolari. Basta guardare i numeri di altre grandi città investite meno dai flussi turistici come Torino e Napoli, che si attestano intorno a 500 kg pro-capite l'anno.
In una città dove il 32% delle imprese non paga la Tari e dove un mezzo su 3 dell'Ama rimane in rimessa perché guasto (e fino a pochi mesi fa la percentuale era del 45%), la pulizia della città è uno dei temi che lascia i residenti più insoddisfatti. Il 61% dei romani ritiene che la città sia più sporca rispetto a due anni fa (la fonte è sempre Censis), per il 33% la situazione è rimasta invariata e appena il 6% la trova più pulita. E solo il 5% dei romani colloca la raccolta dei rifiuti tra i servizi migliori. Peggio solo la manutenzione stradale, promossa da appena il 3,6% dei residenti. Un'insoddisfazione registrata anche da un'indagine comparativa della Commissione europea sulla percezione della qualità della vita in 79 città Ue. Se a Vienna la percentuale di abitanti insoddisfatti si attesta sotto il 20%, a Londra al 32%, a Parigi, Madrid e Berlino attorno al 56-57%, a Roma la quota degli scontenti sale al 75%.