Roma, ex prete truffa un'anziana per 9 anni: fingeva di assisterla ma le rubava la pensione

Roma, ex prete truffa un'anziana per 9 anni: fingeva di assisterla ma le rubava la pensione
di Adelaide Pierucci
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Martedì 1 Dicembre 2015, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 08:44
La barbetta e la veste talare. Il rosario nelle tasche e la stola intorno al collo. Don Joseph si era presentato a una ottantenne del quartiere San Giovanni come un sacerdote ammanicato col Vaticano ma disposto, sapendola sola, a rinunciare all'alloggio nella Santa Sede per trasferirsi da lei, per assisterla, confortarla. La convivenza è durata nove anni. Nove anni in cui il prete ha svuotato il conto bancario dell'anziana, si è intascato quasi duemila euro di pensione al mese e ha vissuto nell'appartamento di via San Remo, a ridosso di Villa Bonelli, senza mai pagare l'affitto o le bollette. Alla pensionata don Joseph Dominic D'Angelo, 65 anni, originario di Boston, aveva, infatti, omesso di riferire un particolare cruciale: anni prima era stato sospeso dall'esercizio delle funzioni sacerdotali dal cardinale vicario di Roma Ugo Poletti e poi rimosso definitivamente dallo stato clericale da Benedetto XVI. Il Papa aveva adottato il decreto «ex officio e pro bono Ecclesiae» nel settembre del 2006, quando il finto prete ancora allogiava, all'oscuro di tutti, in casa della malcapitata.
Ora per l'ex sacerdote è arrivato il primo conto della giustizia. E' stato appena spedito a giudizio con la doppia accusa di circonvenzione di incapace e sostituzione di persona. Dovrà presentarsi (sempre se si renderà reperibile) a gennaio, a piazzale Clodio, davanti alla seconda sezione dibattimentale del tribunale penale.
IL RAGGIRO
La ricostruzione del pm Vincenzo Barba, che ha indagato l'ex prelato, è precisa e dettagliata e non ha lasciato scampo all'ormai finto prete. «L'indagato, in tempi diversi, con più azioni, ha proceduto alla sistematica appropriazione delle risorse finanziarie della vittima», ha scritto il magistrato, «nonché a garantirsi l'alloggio da lei nonostante non facesse nulla per assisterla, ragione per la quale gli era stata riservata una stanza». L'anziana infatti, che soffriva di demenza senile, era stata trovata più volte dai carabinieri ma anche dal Nucleo Assistenza Emarginati della polizia municipale «in uno stato di profondo degrado e trascuratezza, sia sotto il profilo igienico che sanitario». Certa di avere un religioso in casa, infatti, la pensionata gli aveva riservato una stanza e pure affidato la gestione dei 1.670 euro che incassava ogni mese, tra la reversibilità del marito, l'indennità per l'invalidità civile e una rendita assicurativa. Il risultato: il falso prete avrebbe fatto sparire pure ottomila euro di arretrati dell'Inps.