I COMPITI
Leggendo attentamente la proposta di delibera ai comuni viene assegnato un incarico preciso, ovvero quello di determinare «le zone caratterizzate dalla necessità di particolari forme di tutela in cui limitare o sottoporre a particolari condizioni riporta il comma 4 dell'articolo 53 l'esercizio del commercio su aree pubbliche, nel rispetto della normativa statale in materia di beni culturali». Ancora: «Agli operatori che si legge ancora al momento dell'individuazione di zone sottoposte a rispetto è revocata l'autorizzazione e la relativa concessione e attribuito il diritto a ottenere un altro posteggio sul territorio comunale».
IL CRITERIO
Attenzione: non viene specificato e dunque, come fanno sapere dalla Regione, non esiste il principio di equivalenza, quel criterio che in maniera ambigua è stato perorato dall'amministrazione comunale di Virginia Raggi nel piano di riordino dei camino bar. «Non li possiamo spostare fino a quando non troviamo zone alternative equivalenti», il ragionamento che si porta avanti da mesi in Campidoglio. Facciamo un passo indietro: ai tempi della giunta Marino, l'ex assessore al Commercio, Marta Leonori, spostò dal Colosseo, Fori imperiali, piazza Venezia 21 mini-torpedoni proprio perché offendevano il decoro di aree monumentali. La loro ricollocazione avvenne in aree centrali ma di pregio inferiore in virtù anche delle leggi nazionali. La nuova amministrazione avrebbe dovuto procedere con lo spostamento dei restanti 47 camion bar che lavorano oggi nell'area di San Pietro, piazza Santa Maria Maggiore, Esquilino, stazione Termini. Ma è ancora tutto fermo. L'ex assessore al Commercio, Adriano Meloni, aveva promesso un riordino che però non è mai partito. Ora sulla questione entra nel merito anche la Regione che di fatto toglie qualsiasi tipo di ambiguità sull'applicazione del principio di equivalenza: semplicemente non esiste. E dunque si può procedere con gli spostamenti.
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