Roma, quelle 47 postazioni da cambiare: «Più tutela per le zone di pregio»

Roma, quelle 47 postazioni da cambiare: «Più tutela per le zone di pregio»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 07:47
La proposta sul nuovo Testo unico della Regione Lazio lo lascia intendere senza troppo tergiversare: il commercio su area pubblica è lecito e dunque consentito fintanto che non arreca disturbo alle aree di pregio e alle zone monumentali. Ne consegue che questo il ragionamento degli uffici in via Cristoforo Colombo le amministrazioni comunali, Roma Capitale in primis, possono adoperarsi senza aspettare la messa a bando delle licenze con la direttiva europea Bolkestein per il riordino delle varie postazioni ambulanti in un'ottica di salvaguardia del decoro. In effetti qualche piccolo passo il Campidoglio fino ad oggi l'ha compiuto, procedendo con la delocalizzazione di alcune bancarelle da via Ojetti e via Tuscolana ad esempio. Ma nella vastissima categoria del commercio su area pubblica rientrano anche i camion-bar: i mini-torpedoni che ancora oggi macinano affari vendendo panini e bibite a prezzi fuori mercato ai piedi di siti archeologici, zone di pregio e artistiche. Ebbene, il principio scritto nell'articolo 53 è estendibile anche a questi mezzi e dunque Roma Capitale che finora sui camion-bar ha di fatto preso tempo senza portare a dama la ricollocazione di una quarantina di mezzi fuori dal Centro non ha più scusanti.

I COMPITI
Leggendo attentamente la proposta di delibera ai comuni viene assegnato un incarico preciso, ovvero quello di determinare «le zone caratterizzate dalla necessità di particolari forme di tutela in cui limitare o sottoporre a particolari condizioni riporta il comma 4 dell'articolo 53 l'esercizio del commercio su aree pubbliche, nel rispetto della normativa statale in materia di beni culturali». Ancora: «Agli operatori che si legge ancora al momento dell'individuazione di zone sottoposte a rispetto è revocata l'autorizzazione e la relativa concessione e attribuito il diritto a ottenere un altro posteggio sul territorio comunale».

IL CRITERIO
Attenzione: non viene specificato e dunque, come fanno sapere dalla Regione, non esiste il principio di equivalenza, quel criterio che in maniera ambigua è stato perorato dall'amministrazione comunale di Virginia Raggi nel piano di riordino dei camino bar. «Non li possiamo spostare fino a quando non troviamo zone alternative equivalenti», il ragionamento che si porta avanti da mesi in Campidoglio. Facciamo un passo indietro: ai tempi della giunta Marino, l'ex assessore al Commercio, Marta Leonori, spostò dal Colosseo, Fori imperiali, piazza Venezia 21 mini-torpedoni proprio perché offendevano il decoro di aree monumentali. La loro ricollocazione avvenne in aree centrali ma di pregio inferiore in virtù anche delle leggi nazionali. La nuova amministrazione avrebbe dovuto procedere con lo spostamento dei restanti 47 camion bar che lavorano oggi nell'area di San Pietro, piazza Santa Maria Maggiore, Esquilino, stazione Termini. Ma è ancora tutto fermo. L'ex assessore al Commercio, Adriano Meloni, aveva promesso un riordino che però non è mai partito. Ora sulla questione entra nel merito anche la Regione che di fatto toglie qualsiasi tipo di ambiguità sull'applicazione del principio di equivalenza: semplicemente non esiste. E dunque si può procedere con gli spostamenti.
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