Roma, camion bar: la Regione respinge l'assedio: entro maggio messa a bando di tutte le licenze

Roma, camion bar: la Regione respinge l'assedio: entro maggio messa a bando di tutte le licenze
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 27 Ottobre 2016, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 23:42

Momenti di tensione ieri alla Pisana. Il consiglio regionale del Lazio è stato convocato ieri in via straordinaria per discutere l'applicazione della direttiva europea Bolkestein, recepita dal governo italiano anni fa, che impone la messa a bando di tutte le licenze di commercio su area pubblica entro maggio 2017. A Roma la situazione è incandescente da settimane. Sia perché proprio in città si concentra il maggior numero di concessioni agli ambulanti, ben 11.533, la stragrande maggioranza delle quali riconducibile alla famiglia Tredicine, sia perché gli operatori stanno lottando, con tanto di manifestazioni in piazza, per sollecitare il governo regionale a interrompere il provvedimento o comunque a ritardarne gli effetti. Ma proprio dal Consiglio regionale, nonostante una seduta ricca di polemiche e toni poco concilianti, è arrivato lo stop alle aspettative degli ambulanti, che al termine della seduta hanno manifestato assediando l'acquario. L'assessore alle Attività produttive, Guido Fabiani, durante il suo intervento, è stato perentorio: «La direttiva europea può essere modificata solo da una legge dello Stato, non da un governo regionale». Sicché i due ordini del giorno dal sapore salva-Tredicine, presentati rispettivamente dal Centrodestra e da Sel e Socialisti, con il sostegno di M5S, che chiedevano l'esclusione degli ambulanti dall'applicazione della direttiva e una proroga delle concessioni, vengono respinti per un soffio. Vane le richieste perorate dal consigliere Luca Malcotti (Lavoro e Territorio) che chiedeva l'approvazione di una norma regionale volta a non applicare la Bolkestein al commercio su aree pubbliche. Il capogruppo di La Destra, Francesco Storace, ha attaccato l'assessore Fabiani: «Voi dovete prendere un'iniziativa per dire al governo che deve fare marcia indietro». Alla fine il Consiglio approva un solo ordine del giorno, presentato dal Partito Democratico, che chiede al governatore Nicola Zingaretti di incontrare il governo il 3 novembre al ministero dello Sviluppo economico, per affrontare le criticità del provvedimento, e prevede la richiesta di una proroga tecnica per i Comuni che, alla scadenza delle concessioni, non abbiano ancora terminato le procedure di selezione. Resta fermo, tuttavia, un concetto che proprio il Pd non esita a sottolineare: «La direttiva Bolkestein è stata recepita dall'Italia e va attuata, affrontando nel merito i problemi». Per questo è previsto la creazione di un Ufficio di scopo per aiutare i Comuni e le imprese a preparare i bandi pubblici per rinnovare le concessioni.

IL VOTO IN COMUNE
Intanto la prossima settimana anche l'Aula Giulio Cesare dovrà metter mano alla vicenda. In Assemblea capitolina, infatti, arriverà una mozione, anche questa a supporto dei Tredcine, firmata dal consigliere del Gruppo Misto Ignazio Cozzoli Poli e sostenuta dal M5S (che al contrario della Pisana in Aula Giulio Cesare rappresenta la maggioranza) che chiede al Comune di intercedere con il governo per escludere l'intero comparto commerciale su aree pubbliche dal provvedimento europeo e prorogare le concessioni. Di fatto, benché sia data per certa l'approvazione, il provvedimento non potrà avere alcun effetto procedurale. In più, solo pochi giorni fa, l'assessore al Commercio di Roma Capitale, Adriano Meloni, ha iniziato a redigere una memoria di giunta per procedere al più presto con il bando per il rinnovo delle concessioni.
 

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