Bettini in aula: «Buzzi dalemiano, dalla sua coop 10mila euro per la mia candidatura»

Bettini in aula: «Buzzi dalemiano, dalla sua coop 10mila euro per la mia candidatura»
di Sara Menafra
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Martedì 20 Settembre 2016, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 18:31
Nessun incontro riservato con Salvatore Buzzi, ma un finanziamento regolarmente registrato sì. E, soprattutto, l'aiuto al suo braccio destro, Carlo Guarany, perché riuscisse ad incontrare Gianni Letta e a parlargli di un progetto di cooperazione in Sicilia. A parlare in aula al processo Mafia capitale è Goffredo Bettini esponente storico del Pd romano che sarebbe riduttivo definire semplicemente ex assessore. «Ho ricevuto dalla coop 29 Giugno un contributo di 10mila euro per la mia candidatura alle Europee», ammette subito: «Fu un atto di liberalità. E' una cosa naturale e legittima che le coop sostengano le candidature importanti della sinistra. Il problema è lo scambio, ma questo è compito dei giudici». Sullo scambio Bettini dice di aver capito la situazione da ben prima dell'inchiesta Mondo di mezzo. Le difese gli chiedono di specificare i nomi, di non essere reticente, ma lui risponde leggendo brani di un suo libro dato alle stampe nel 2009: «La corruzione è tornata e nessuno può pensare che si fermi sulla soglia della porta del centrosinistra», quindi aggiunge: «Il degrado del partito si vedeva ad occhio nudo già nel 2009. Ho fatto una battaglia nel Pd del tutto inascoltato, ma le cose non sono cambiate».

«FINANZIAMENTO REGISTRATO»
La conoscenza con Salvatore Buzzi è risalente nel tempo: «La 29 Giugno era considerata un fiore all'occhiello nella sinistra romana. Ricordo che quando fu fondata io non c'ero ma era presente Pietro Ingrao e tante persone impegnate nel recupero dei detenuti». Nessuna vicinanza politica col presidente della coop, però: «Non so se Buzzi avesse la tessera del partito ma sicuramente era considerato un militante. Era considerato una persona meritevole, espressione dell'area politica dalemiana-bersaniana. Un'area a me ostile. La mia è l'area Bettini, autonoma. Posso dire di avere un maggior feeling con Walter Veltroni, essendo stato suo braccio destro quando era segretario del Pd».

Anche per questa distanza politica, aggiunge Bettini in una lunghissima deposizione, Salvatore Buzzi non ha mai avuto con lui un incontro riservato. «Io non ho un ufficio, ricevo a casa e Buzzi non è mai entrato in casa mia». L'esponente politico però aiutò Carlo Guarany, braccio destro di Buzzi in cooperativa: «Mi chiedeva consigli culturali e mi stava simpatico, mi ricordava Danny De Vito».

L'INCONTRO CON LETTA
«Una volta Guarany mi accennò ad un progetto sociale sull'accoglienza degli immigrati, in Sicilia. Non lo feci parlare, gli dissi che non mi occupavo di queste cose e di rivolgersi a Gianni Letta se voleva un consiglio. Ho favorito le condizioni per quell'incontro. Lui li accolse e poi li mandò dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro». «Con Letta - aggiunge - ci passavamo qualche seccatura reciproca, abbiamo un rapporto informale. Lui era il factotum all'epoca del governo Berlusconi, io il factotum dell'opposizione».