La baby squillo: «Guadagnavo tutti i giorni fino a 600 euro»

La baby squillo: «Guadagnavo tutti i giorni fino a 600 euro»
di Valentina Errante e Adelaide Pierucci
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Martedì 4 Febbraio 2014, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 16:53
Accusa tutti Angela. Ragazzina di 16 anni. Per sei ore punta il dito e racconta ancora i dettagli della “vita”, quando lei e la sua amica pi giovane riuscivano a guadagnare «tra 500 e 600 euro al giorno». In aula per la prima volta, ma a distanza, per scelta della procura, la più grande delle due baby squillo dei Parioli si trova di fronte a clienti e sfruttatori e anche alla mamma della sua amica, finita in manette per avere spinto la figlia a prostituirsi. La testimonianza, in sede di incidente probatorio per fissare le prove in vista del processo, avviene in videoconferenza. Angela davanti alla videocamera assistita da una psicologa, gli indagati in tribunale. Lei più sicura che mai, con quel tatuaggio sul braccio che racconta quanto crede di essere forte: «Se vuoi la pace, preparati alla guerra». Sono in otto dall’altra parte: Nunzio Pizzacalla, caporalmaggiore dell'esercito, il primo a rispondere a quell’annuncio su un sito di incontri a regolare tariffe e appuntamenti. Poi Mirko Ieni, che avrebbe trovato i clienti e aveva affittato l’appartamento ai Parioli, Mario Michael De Quattro che, dopo avere consumato rapporti sessuali avrebbe ricattato una delle ragazzine. E ancora l’altro presunto sfruttatore, Riccardo Sbarra, «era solo un cliente», dice Angela. Quindi l’uomo che avrebbe ceduto cocaina in cambio di sesso, Marco Galluzzo. Infine la mamma della sua amica, che ha pianto per la durata dell’intera testimonianza. Tutti in carcere dal 28 ottobre. Ma in aula sono stati convocati anche altri tre presunti habitué delle ragazze, Francesco Ferraro, Gianluca Sammarone, Patrizio Plos. Domani tutti dovranno tornare in Tribunale, la testimonianza continua. E a parlare sarà anche Agnese, la più giovane delle ragazze. Interrogatorio del pm e controinterrogatorio degli avvocati, Piergiorgio Micalizzi, Agostino Mazzeo, Raffaella Scutieri.



LA TESTIMONIANZA

«Credo che Mirko Ieni sapesse che ero minorenne e si serviva di questo per aumentare il numero dei clienti potenzialmente interessati» ha accusato Angela. «A prescindere da quanto incassavamo gli dovevamo dare 240 euro al giorno per l’uso dell’appartamento dei Parioli». Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Maria Monteleone, Angela ha ripetuto di avere incontrato Ieni dopo avere messo un annuncio su un sito di incontri. «Ho cominciato perché avevo voglia di fare molti soldi, per non farmi mancare nulla. Guadagnavo molto, anche 500-600 euro al giorno. Acquistavo vestiti di marca e telefonini». annuncio». Da lì, tramite chat, è arrivato il contatto con il caporalmaggiore dell'esercito Nunzio Pizzacalla e poi abbiamo conosciuto Ienni. «So che Pizzacalla è venuto due volte a Roma per incontrarmi ma mi sono rifiutata - ha detto Angela - Ienni invece, sapeva tutto di me anche se alla fine mi ero creata un giro di clienti miei e a lui davo pochi soldi».



LA MAMMA

Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristina Macchiusi insistono sulla figura della mamma di Agnese, finita in manette con l’accusa di avere spinto la figlia alla prostituzione. Anzi di averla sollecitata per ricevere un aiuto economico. Sapeva? Letizia prova ad aggirare la domanda: «Forse poteva avere un’impressione. Non so». Poi si avvale della facoltà di non rispondere, può farlo: in un altro procedimento connesso figura indagata e non vittima, per avere ceduto cocaina alla sua amica più giovane. Alla fine la butta lì: «Sapeva per certo che spacciavamo - dice - ma certo avevamo tanti soldi che con la droga è difficile fare e quando Agnese non li portava a casa si lamentava. I soldi mi servono, diceva. Forse lo sospettava».
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