Pomezia, attacco hacker, violato il sistema del Comune del sindaco informatico M5S: chiesto riscatto di 8mila euro

Pomezia, attacco hacker, violato il sistema del Comune del sindaco informatico M5S: chiesto riscatto di 8mila euro
di Moira Di Mario
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Martedì 22 Agosto 2017, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 17:25
Attacco hacker al Comune di Pomezia e richiesta di riscatto di 8mila euro per sbloccare la rete. Ad essere stato criptato e dunque reso inaccessibile non è il sito internet utilizzato dai cittadini, ma l'intranet al servizio di dipendenti, funzionari e della stessa giunta a 5 Stelle.
IL SINDACO
A confermare l'aggressione è stato lo stesso sindaco pentastellato, Fabio Fucci, che ha minimizzato e tranquillizzato. «La situazione è sotto controllo - dice - si sta lavorando per ripristinare il sistema interno e tornare alla normalità. Per i cittadini non cambia nulla, possono accedere senza problemi al portale istituzionale del Comune come hanno sempre fatto». Sulla richiesta di riscatto è invece perentorio: «Non abbiamo alcuna intenzione di pagare», chiarisce.
Per Fucci, insomma, si tratterebbe di un normale hackeraggio, simile a quelli che mandano in tilt le reti di Enti e aziende. Dunque, almeno nel caso di Pomezia non ci sarebbe alcun complotto, né alcuna violazione alla rete per fini politici ai danni dei 5 Stelle, come invece sarebbe successo alla piattaforma Rousseau colpita più volte nelle ultime settimane.
IN TILT
Tuttavia qualche problema l'attacco lo ha provocato. Da giovedì scorso, quando in Comune se ne sono accorti, i cittadini non possono accedere all'anagrafe online, unico servizio esterno bloccato. Ad avere vita difficile sono invece i dipendenti che utilizzano intranet dove è stato criptato il server Windows sul quale erano custoditi alcuni dati dei singoli lavoratori. «Ma non quelli sensibili - si affrettano a spiegare dal Comune - che sono invece conservati su Linux, (l'altro sistema operativo interno rimasto illeso). Ciò che non è possibile aprire sono le cartelle condivise e i documenti allegati in word e in pdf, sebbene risultino esistenti». E' come se l'hacker li avesse chiusi in un contenitore portandosi via la chiave. Per riaverli ha chiesto un riscatto in bitcoin, una valuta virtuale non tracciabile, equivalenti a 8mila euro.
In realtà il pirata era partito da circa 200 euro che con il passare dei giorni e delle ore sono aumentati a 8mila. Per ricostruire cartelle, file e allegati (molti archiviati anche in cartaceo) da ieri sarebbero al lavoro ben quattro aziende esterne.
L'AMAREZZA
Certo a Fucci, che prima di diventare sindaco faceva l'informatico, rimane l'amaro in bocca, soprattutto perché da uomo 3.0 e da esperto internauta, ha fatto della rete, del digitale e di internet uno dei suoi cavalli di battaglia.
 
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