Israele, quattro opzioni per colpire l'Iran: dall'attacco alla moschea a quello alla centrale nucleare. Le possibili mosse di Netanyahu

Al vaglio anche un cyberattacco o omicidi mirati. Teheran: la reazione sarà devastante

Israele, quattro opzioni per colpire l'Iran: dall'attacco alla moschea a quello nella centrale nucleare, le possibili mosse di Netanyahu
di Raffaella Troili
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Martedì 16 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 11:03

Una risposta ci sarà, presto. Dopo serrate riunioni del Gabinetto di Guerra Israele ha valutato come reagire all’offensiva dell’Iran nel suo territorio, con l’operazione “Scudo di ferro”. «Risponderemo all'Iran, ma dobbiamo farlo con saggezza e non di pancia. Devono essere sotto stress come hanno messo noi sotto stress», in serata l’annuncio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ai ministri del Likud, il suo partito, secondo quanto riportano i media dello Stato ebraico.

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Le opzioni

Quattro opzioni al vaglio del gabinetto di guerra, composto dal primo ministro Benjamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, e Benny Gantz, ex ministro della Difesa e suo rivale centrista oltre a diversi osservatori.

Se il primo ministro frena, anche sotto l’effetto della pressione Usa e dei paesi occidentali, c’è chi ora si attende un messaggio forte, che si concretizzi in territorio iraniano. Gantz spinge per una risposta veloce, convinto che più si aspetta più sarà difficile raccogliere il sostegno internazionale. L’obiettivo è colpire Teheran senza provocare una guerra totale. Secondo la tv israeliana Canale 12 sono state discusse «diverse opzioni» ognuna delle quali rappresenta «una risposta dolorosa» all’attacco di Teheran ma senza scatenare «una guerra regionale». L’obiettivo è scegliere un’opzione che «non sia bloccata dagli Usa».

Quattro le opzioni “chirurgiche” al vaglio: una potrebbe essere l’attacco a un luogo simbolico, come una moschea, senza però fare vittime. Un’altra sarebbe quella di colpire una centrale nucleare, la più avanzata e temibile del programma di Teheran, oppure un cyberattacco informatico. Ancora, un’altra opzione coinvolge personaggi importanti della nomenclatura iraniana, con omicidi mirati. Ma non è esclusa un’offensiva contro le milizie filoiraniane, a cominciare da quelle siriane, irachene, libanesi. «Non c'è altra scelta se non quella di rispondere all'attacco dell'Iran», ha dichiarato secondo il sito Axios il ministro della Difesa Yoav Gallant in una conversazione con il capo del Pentagono Lloyd Austin. «Israele risponderà all'attacco iraniano», conferma il capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi.

Il rischio è che una forte reazione israeliana potrebbe spingere l’Iran a una posizione ancor più dura. «Reagiremo e Israele dovrà vedersela con una guerra molto più forte», ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian all’omologo russo Serghei Lavrov. Non solo. «Due importanti messaggi» sono stati inviati dall'Iran dopo l’attacco di sabato notte a Israele. Il primo, senza precedenti, allo stesso Stato ebraico tramite l'Egitto, il secondo agli Usa tramite la Turchia. Il contenuto dei messaggi - hanno riferito fonti diplomatiche iraniane ad al-Jazeera, secondo quanto riportano i media della Repubblica islamica - è che la risposta della Repubblica islamica all'eventuale reazione israeliana sarà «devastante». Se Netanyahu decidesse di attaccare l'Iran, Teheran potrebbe usare il sud del Libano come trampolino di lancio. Una settimana prima dell'attacco, una fonte libanese aveva escluso che Hezbollah avrebbe preso parte alla rappresaglia iniziale dell'Iran, ma «è preparata per la fase che verrà dopo la risposta iraniana».

LE REAZIONI

I leader mondiali continuano a chiedere moderazione e allentamento della tensione, a cominciare dagli Usa che hanno dichiarato che non parteciperanno a una ritorsione israeliana. «Dopo 36 ore dall’attacco abbiamo coordinato una risposta diplomatica per cercare di prevenire l’escalation», ha detto il segretario di Stato Usa Anthony Blinken mentre il presidente Joe Biden ha salutato il successo dell’intercettazione degli attacchi aerei iraniani e ribadito la sua determinazione a continuare a difendere Israele. L'attacco iraniano contro Israele è stato «un fallimento spettacolare» così il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Il primo ministro britannico Rishi Sunak riporta The Guardian ha dichiarato alla Camera dei Comuni che «le minacce alla stabilità stanno aumentando in tutto il mondo, non solo in Medio Oriente» e che il programma nucleare iraniano «non è mai stato così avanzato come lo è oggi e minaccia la pace e la sicurezza internazionale».

Preoccupato il capo della politica estera Ue, Josep Borrell, il Medio Oriente, ha detto si trova «sull’orlo del precipizio» e «dobbiamo premere il freno e fare retromarcia», sottolineando come la «profonda divisione» nella coalizione di governo di destra israeliana tra gli estremisti che cercano feroci ritorsioni e una fazione «più moderata e sensibile» ha complicato la situazione. Secondo Jonathan Spyer, analista britannico-israeliano «da Israele adesso ci si aspetta una risposta. E se l'attendono anche i paesi vicini come il Bahrein o gli Emirati Arabi Uniti o l’Arabia Saudita che sebbene non ancora formalmente, si sono avvicinati a Israele negli ultimi decenni proprio a causa della minaccia condivisa dell’Iran. Se Israele non dovesse rispondere, sarebbe per loro una delusione». Implicazioni politiche scatterebbero anche «nei movimenti anti-israeliani come gli Hezbollah libanesi, un mancato attacco «potrebbe incoraggiare la loro pressione su Israele». E il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha fatto appello ai leader centristi Benny Gantz e Gadi Eisenkot di «rovesciare l’esecutivo» guidato da Netanyahu.

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