Atac, Rettighieri pronto alle dimissioni: «I fondi o vado via»

Atac, Rettighieri pronto alle dimissioni: «I fondi o vado via»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 11 Agosto 2016, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 13:46


Per la giunta di Virginia Raggi, dopo la grana rifiuti, è in arrivo un altro terremoto dai risvolti potenzialmente ancora più pesanti, stavolta sul fronte dei trasporti. Non solo perché le corse della metro A stanno per essere dimezzate per colpa di una manutenzione mai partita, perché i bus sono falcidiati dai guasti e i ricambi scarseggiano. Anche l'Atac, municipalizzata da 12mila dipendenti schiacciata da un debito monstre da 1,3 miliardi di euro, rischia di ritrovarsi presto senza guida. «L'amministrazione dovrà trovare una nuova governance se entro Ferragosto non verrà finanziata la prima tranche da 18 milioni di euro per la manutenzione della linea A e se non verrà sbloccata la gara per i 150 nuovi bus», ha scritto il direttore generale della partecipata, Marco Rettighieri, in una lettera di fuoco che è stata aperta ieri mattina in Campidoglio. Tradotto: il diggì è pronto a lasciare.
 
TRASLOCO PRONTO
Chi negli ultimi due giorni si è affacciato nel suo ufficio, al sesto piano di via Prenestina, ha visto già uno scenario da trasloco: scatoloni chiusi con lo scotch, ultime carte affastellate sulla scrivania. Non ci sta Rettighieri a calare la mannaia sulle corse per responsabilità non sue. Lui, ex general manager di Expo, entrato in carica a marzo dopo una selezione pubblica bandita dal commissario Tronca, in poche settimane ha avviato la manutenzione della Roma-Lido e, soprattutto, ha messo nel mirino sprechi e appalti sospetti che hanno ridotto Atac sull'orlo del default. Portando in Procura cinque esposti e muovendosi col machete nella giungla dei permessi sindacali, tagliando migliaia di ore di permessi irregolari e mettendo fine agli affari d'oro che alcuni sindacalisti facevano nelle mense aziendali senza contratti né controlli. Anche per questo Cgil, Cisl e Uil (e non solo) gliel'hanno giurata. Ora però la sua avventura potrebbe essere al capolinea.
LA SINDACA
Il motivo? Il Campidoglio, prima dell'estate, si era impegnato a stanziare 58 milioni per la manutenzione di metro A, B e delle banchine dei tram. La prima tranche di lavori, da 18 milioni, avrebbe dovuto iniziare a giugno. Ma, causa elezioni, quei fondi sono «spariti», come ha sottolineato ieri la Raggi in Assemblea capitolina. La giunta M5s avrebbe potuto inserirli nell'assestamento di bilancio approvato a fine luglio, ma l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo, ha spinto per una «manovra bancaria», facendo varare una delibera per far chiedere ad Atac un nuovo prestito. Ma le banche, considerato che devono ancora ricevere centinaia di milioni di euro, hanno risposto picche. E ora l'azienda del Tpl romano potrebbe essere costretta a tagliare le corse della metro A già da settembre. Con la previsione di una riduzione del servizio «del 40%» entro Natale. «I 58 milioni sono fondamentali - ha detto ieri la prima cittadina - Stiamo facendo tutto il possibile per trovare questi fondi, che improvvisamente sono spariti e non sappiamo perché». Il problema è che i tempi sono strettissimi, mentre i lavori sono lunghi. Per evitare il crash a settembre, i cantieri dovrebbero partire subito. Entro Ferragosto, appunto.

MANOVRA E NUOVE NOMINE
L'assessore al Bilancio, Marcello Minenna, sta cercando una soluzione. Tra le ipotesi c'è quella di un nuovo assestamento, ma i tempi tecnici rendono impossibile un via libera dell'Assemblea entro il fine settimana. Ecco perché l'addio di Rettighieri (non certo sgradito a una parte dei Cinque stelle, che metterebbe la bandierina, dopo Ama, anche su Atac) sembra a un passo. Insieme a lui lascerebbe l'amministratore unico, sempre nominato da Tronca, Armando Brandolese. E lo stesso farebbe il capo del Personale, Francesca Rango. Insomma, la partecipata del Tpl più grande d'Italia rischia di trovarsi senza nessuno alle leve di comando nel suo momento più drammatico, proprio quando dovrebbe mettere mano a una pesantissima riduzione del servizio. E per un periodo affatto breve: se per designare il nuovo amministratore basta una riunione di giunta, per sostituire Rettighieri e Rango c'è bisogno una procedura pubblica: almeno due mesi di tempo. Mentre i trasporti romani sono sull'orlo del collasso.

 

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