I vertici dell'azienda, però, vanno avanti. La bozza del piano ieri è stata presentata ai sindacati e si punta alla firma almeno della Triplice confederale. Poi il testo verrà spedito al Tribunale fallimentare, che dovrà valutare se le misure proposte sono in grado di rilanciare una società colabrodo che ha chiuso tutti gli ultimi bilanci in profondo rosso e che non rispetta da anni il contratto di servizio con il suo unico azionista, il Comune di Roma.
I PORTOGHESI
Quasi tutte le misure dovrebbero entrare in vigore dal 1 gennaio prossimo. Circa 400 dipendenti che oggi hanno incarichi impiegatizi saranno «riconvertiti» e avranno mansioni più operative, «dirette all'attività di esercizio». Altri 100 verranno impiegati come controllori dei biglietti. Anche i lavoratori che di mestiere non fanno i verificatori, per 4 giorni al mese potranno andare a dare la caccia ai passeggeri senza ticket. Con un incentivo: per ogni multa incassata entro 5 giorni, intascheranno 2 euro e 50.
I macchinisti della metro dovranno strisciare il badge all'interno delle cabine di guida, anziché nei depositi, per controllare le ore di guida effettiva dei dipendenti, che comunque aumenteranno del 40% (in gergo tecnico, da 2,4 giri di media a 3,4 giri). I conducenti dei treni dovranno rinunciare a una parte dell'«indennità di condotta», che verrà riconosciuta solo se tutte le corse previste saranno rispettate e non più, come avviene ora, anche per le corse perse. Ci sarà un regolamento sul «check-out del materiale rotabile», tradotto: i guasti dichiarati dai macchinisti per rispedire i convogli in deposito verranno supervisionati, per ridurre il rischio di scioperi bianchi con malfunzionamenti fasulli.
Gli autisti dovranno rinunciare alla strana indennità da «turno lungo», che veniva pagata in aggiunta agli straordinari. I turni «lunghi», poi, saranno prolungati ulteriormente, e passeranno da 8 a 9 ore, compreso il sabato e la domenica. Le officine della manutenzione, invece, dovranno lavorare 24 ore su 24 per riparare senza sosta un parco mezzi che, in attesa di nuovi innesti, rimane tra i più datati d'Europa.