I TAGLI
Capita quindi che il 105 o il 63 non subiscano particolari ritardi. In cambio, le corse meno frequentate, vengono ridotte, fino alla soppressione. Gli orari meno frequentati saltano completamente. A gestire parte del processo sono gli addetti di esercizio di piazza (a Termini sono 3, ad Anagnina e Ponte Mammolo, per fare un esempio, uno ciascun capolinea). Sono loro a fare partire le corse a seconda delle necessità e delle emergenze, queste ultime sempre più numerose proprio a causa delle continue rotture dei mezzi. L’azienda tende a rispettare gli orari più delicati, come le 7 di mattina, le 13 e gli orari serali previsti per i rientri dagli uffici. Per il resto, in Atac, si naviga a vista, secondo la testimonianza di autisti e impiegati coinvolti nelle manovre: qualche giorno fa la linea 791 è sparita completamente, per poi ricomparire il giorno seguente dopo vibranti proteste. Si aggiunge il problema autisti. Spesso, se c’è il mezzo, capita che manchi l’uomo da mettere alla guida, proprio per la difficoltà di gestire eventuali assenze per malattia, ferie, o altro.
I NUMERI
La voce più consistente dei tagli non è nota, il 60% delle centomila corse «sparite» mediamente ogni mese (il 15% circa del monte complessivo) avviene per motivi sconosciuti, o meglio non specificati. Il 20%, invece, salta per guasti ai mezzi, il 5% per la mancata uscita dei bus, causata da rotture o altro. Mentre traffico, manifestazioni e incidenti sono responsabili del 15 per cento delle mancate corse. Numeri che si traducono in disagi giornalieri per chi sale sui mezzi pubblici e che non sembrano diminuire. Al contrario, aumentano ogni mese.
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