Roma, alberi killer e inchieste ferme: per i risarcimenti servono anni

Roma, alberi killer e inchieste ferme: per i risarcimenti servono anni
di Adelaide Pierucci
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Domenica 17 Settembre 2017, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 17:30

Pure una chioma rigogliosa può nascondere radici deboli. Un pericolo aggravato dall'assenza di manutenzione. E' una tragedia annunciata quella dei pini killer, gli alberi che cadendo si schiantano su strade e marciapiedi e qualche volta uccidono. Morti bianche che restano senza colpevoli. Negli ultimi otto anni se ne sono contate sei. Una cinquantina i feriti. Per ogni croce in città si apre un procedimento penale a carico del Servizio Giardini che puntualmente si chiude con una archiviazione. E ai familiari non resta che aggrapparsi al risarcimento. Che arriva tardi e va penosamente concordato con le assicurazioni del Campidoglio davanti ai giudici del tribunale civile. Chi è colpito da un lutto così deve affrontare il doppio calvario: le inchieste penali, che portano a processo i funzionari capitolini addetti alla manutenzione del verde, e si chiudono con assoluzioni dopo anni di perizie, interrogatori e ricorsi anche in Cassazione. E i procedimenti civili, per i quali bisogna consegnare altri documenti, altre prove dell'immensa perdita subita.

TRAVOLTI SULLA COLOMBO
E' il tormento che hanno dovuto affrontare i familiari del dermatologo Daniele Innocenzi, 52 anni, luminare nella cura dei tumori alla pelle, travolto da un ramo sulla Cristoforo Colombo. Rimasti senza una risposta penale, si sono dovuti accontentare solo del risarcimento economico, circa un milione e mezzo, liquidato dopo anni. Lo stesso travaglio dei cari del fisioterapista Gianni Danieli, 41, risarciti con un milione, un paio di anni dopo la tragedia. Anche lui vittima sulla stessa strada, schiacciato da un pino nel 2013 all'altezza di Malafede. Un contributo per moglie e due bambini che cresceranno senza il papà. «Nel penale nessun colpevole. Il Comune ha ammesso le responsabilità solo nel civile», dice la moglie.

I FRATELLI EGIZIANI
Disgrazie che si ripetono. L'ultima l'ha sfiorata qualche giorno fa una coppia in via Cassia. L'inchiesta è appena partita. Va già verso l'archiviazione, invece, il fascicolo sull'incidente di gennaio all'Eur, dove un albero si è schiantato su 5 auto e ha travolto una passante, che si è salvata. L'indagine per lesioni colpose non ha portato a colpevoli. Non hanno avuto la stessa fortuna nel marzo 2016 due fratelli egiziani morti schiacciati sulla via Laurentina. Si indaga ancora per omicidio colposo. Stessa sorte dell'architetto romano Gianfranco Bugnini ucciso da una quercia sulla via dei Laghi nel marzo 2015, come di un pensionato morto a Velletri, nell'estate 2013.

SCAGIONATI
Per la morte di Innocenzi venne indagato Mario Vallarosi, allora direttore dell'Ufficio Giardini. E' stato assolto in primo grado dall'accusa di omicidio colposo e la sentenza non è mai stata appellata. Il pm aveva chiesto il processo, ma il gup ha ritenuto che il direttore fece il suo dovere: ossia chiedere i fondi per le potature e pianificarle «come ovvio che sia», ma i tecnici non avevano segnalato «urgenze». Nemmeno la morte del medico però ha portato un'accelerata sui controlli. La vedova di Danieli, invece, che vive all'Infernetto, ora pota a sue spese il pino di fronte casa. Per la morte del marito erano stati indagati 9 funzionari del X. Tutti assolti. Per Aldo Papalini, Marina Vecchierelli e Paolo Cafaggi il pm puntava a 6 mesi di carcere.