L'AGGRESSIONE
I fatti risalgono al 26 giugno scorso. E' venerdì sera, i docenti sono appena usciti dopo il consiglio degli scrutini. Il custode è nel cortile dell'istituto, stringe tra le mani un vecchio forcone agricolo. Solitamente, usa l'attrezzo per estirpare le erbacce dal giardino della scuola. L'anziano, però, ha altri progetti. Armato, aspetta che la vicepreside si allontani dai colleghi. Poi, si scaglia contro di lei e la colpisce. Le trafigge la pancia e il collo. La donna urla e chiede aiuto. Gli insegnanti assistono alla scena basiti, riescono a fermare l'ottantenne ma non sono in grado di disarmarlo. Il forcone, infatti, è stato modificato: il manico è stato ricoperto di chiodi, e le estremità in legno sono state limate e rese appuntite. Qualcuno chiama il 113. In pochi minuti sul posto arrivano gli agenti del commissariato Prenestino. L'anziano li vede, ma non si placa: tenta di colpire nuovamente la vittima. I poliziotti intervengono, riescono a bloccare Fortino dopo una breve colluttazione. L'imputato viene arrestato e accusato di tentato omicidio. Gli inquirenti chiedono che venga sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, ma i dottori dicono che è sano di mente.
La vicepreside, invece, soccorsa dai paramedici, viene portata in ambulanza al pronto soccorso del policlinico Casilino. Fortino finisce poi a processo. Come si legge nel capo d'imputazione, l'ottantenne «armato di un grosso forcone di tipo agricolo con il manico avete alle estremità una trentina di chiodi conficcati, colpiva all'addome e all'altezza del collo la donna, ponendo così in essere atti idonei in modo non equivoco a cagionarne la morte, non riuscendo nel suo intento a causa del pronto intervento delle forze dell'ordine». Ieri, la condanna, arrivata al termine di un procedimento condotto con rito abbreviato.