Roma, abusi nel centro minori: spuntano i video choc

Roma, abusi nel centro minori: spuntano i video choc
di Michela Allegri
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Lunedì 25 Aprile 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 08:29


Fotogrammi di vessazioni e violenze nascosti tra i file di un cellulare. Sono anche gli scatti e i filmati “proibiti” a incastrare i quattro adolescenti accusati di avere seviziato due compagni minorenni, mentre erano tutti quanti detenuti in un centro di correzione per ragazzi sottoposti a misura cautelare, in zona Monte Mario. Tre diciassettenni e un neomaggiorenne sono ora accusati di violenza sessuale di gruppo, stalking e lesioni aggravate dal fatto di avere commesso il fatto con sevizie. Due di loro sono finiti in manette la scorsa settimana su richiesta del pm Gaetano Postiglione; gli altri sono stati momentaneamente denunciati a piede libero. Anche gli educatori dell'istituto rischiano di finire nei guai: il pubblico ministero Vittoria Bonfanti li ha iscritti sul registro degli indagati per omessa denuncia. Il sospetto, infatti, è che pur avendo intuito la situazione abbiano deciso di temporeggiare e di non segnalare le angherie all'autorità giudiziaria.

L'ORDINANZA
Non è un caso che, al momento dell'arresto dei due giovani carnefici, il gip Carlo Caruso abbia usato parole pesanti nei confronti degli operatori. Nell'ordinanza stila infatti un lungo elenco di «abusi, angherie caratterizzate da gravità, persistenza, spregio della persona»; fa una lista di «sevizie raccapriccianti», che sarebbero state addirittura riprese con uno smartphone «clandestino». Il magistrato sottolinea spesso che le violenze si sono consumante «lungo un ampio arco di tempo in un contesto che avrebbe dovuto offrire delle opportunità educative... il che pone seri interrogativi sotto il profilo dei doverosi controlli nella struttura». Le torture si sono protratte dal 10 marzo al 7 aprile. Finché uno dei minorenni, estenuato e ferito, è finito al pronto soccorso dell'ospedale San Filippo Neri e ha sporto denuncia, dopo la segnalazione effettuata dai medici. Ha anche detto di aver raccontato a un'operatrice di essere stato picchiato. In tutta risposta, la donna gli avrebbe dato del bugiardo. Per il gip, invece, la denuncia è coerente e le torture sono ampiamente documentate.
 
I CELLULARI
Indicativo della mancanza di controlli, anche il fatto che gli indagati siano riusciti a procurarsi armi e cellulari. È stato uno dei minori vessati a raccontarlo. Pochi giorni dopo il suo arrivo nella comunità, uno dei carnefici ha cercato di costringerlo a recuperare il suo telefono, requisito dagli operatori all'ingresso. La vittima è riuscita a farsi consegnare lo smartphone con uno stratagemma, e gli indagati gliel'hanno rubano. «Non mi sono opposto per evitare altre violenze», ha raccontato il 17enne. Ha anche aggiunto che i ragazzi violenti gli hanno detto di aver utilizzato il telefonino per riprendere le vessazioni e gli abusi. Ora, il cellulare è al vaglio dei magistrati. In attesa di ulteriori riscontri, c'è già una fotografia a incastrare i componenti della gang. Combacia con il racconto di uno dei minorenni torturati che ha riferito di essere stato minacciato con un coltello e poi colpito a una coscia con la stessa arma. Le lesioni sono riportate nella sua cartella clinica. E una foto finita agli atti dell'inchiesta ritrae un indagato mentre punta la lama alla gola della giovane vittima. La gravità del dettaglio non è sfuggita al giudice: «Il coltello nella struttura non è assolutamente ammesso», annota.