Roma, in viale Regina Margherita i residenti denunciano: «Con i tram non si respira»

«I convogli sollevano un polverone di ferro e asfalto»

A viale Regina Margherita: «Con i tram non si respira»
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 12:07

I vecchi mezzi del 19 dalle lamiere maculate di ruggine passano su piazza Buenos Aires. E lungo le fratture del binario del tram le polveri di ferro e asfalto si accumulano come fossero ammassi di farina. E volano via. Lo vedono i commercianti della zona che sono costretti a togliere quella patina che si accumula proprio a due passi dalle vetrine. Marco fa l’edicolante nell’attività di famiglia. Tiene alla pulizia della sua attività ma la sfida contro i polveroni sollevati dal tram è continua.

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IL CAOS

«La polvere c’è. Ho spolverato domenica mattina su questi libri e ora c’è n’è di nuovo un dito», racconta facendo vedere una parte del suo punto vendita. Resta con la porta chiusa, invece, Matteo, del negozio di parquet d’autore, una vera eccellenza del quartiere. «In primavera la polvere che entra si nota ancora di più. Ma teniamo chiuso anche per i topi che, vedendo aperto, si infilano». I mezzi su rotaia non passano in silenzio. E quella porta a vetri, chiusa, è un po’ come se vivesse ogni giorno il ritmo del viavai dei tram. «Quando passa vibra tutta la vetrina. Vale soprattutto per i mezzi più vecchi», sottolinea il ragazzo che si occupa dell’attività di famiglia. Una situazione confermata anche da diversi residenti che si lamentano del «muro» della corsia riservata su viale Regina Margherita e sul poco spazio destinata al normale traffico. «Allo smog qui si aggiunge la polvere tirata su dal tram», dice Domenico il fioraio che da 38 anni è un pezzo di storia del quartiere. «Su questa piazza servirebbe una manutenzione ordinaria in più: sono io costretto a togliere, al mattino, bottiglie e pezzi di pizza - aggiunge - La strada, tra i binari del tram e corsie per i veicoli, è stretta e questa diventa il luogo delle contravvenzioni facili, dove si fanno sanzioni senza tener presente delle difficoltà della via. Trovare parcheggio? Qui non esiste proprio». Davanti al negozio di abbigliamento una donna è inviperita: «L’incrocio è pericoloso: da due mesi a questa parte i veicoli rimangono in mezzo. Nell’ultimo periodo c’è davvero un gran caos. Il tram di sicuro crea un problema per il passaggio di tutti gli altri mezzi».

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IL VIAVAI

Alla fermata di Buenos Aires i vecchi mezzi del 19 fanno avanti e indietro. Un uomo scende da uno dei palazzi accanto alla chiesa di Santa Maria Addolorata. Ha una cartellina, deve fare un paio di visite mediche in giornata. È Bruno, ha 77 anni. Anche lui si lamenta: «È da una vita che siamo costretti a vivere con un mezzo del genere sotto casa. Quando attraverso la strada e il tram prende velocità, mi trovo a respirare tanta, troppa polvere». La storia che dice si ripete quando passa la vettura numero 7005, un vecchio mezzo che viaggia con i finestrini aperti per il troppo caldo. “Non accostarsi in curva”, si legge sopra al numero del tram. Ai lati, la lamiera verde è rotta e ha alcune macchie di ruggine. «Menomale che c’è la scritta “Non accostarsi in curva” - prosegue Bruno - Qui non bisognerebbe proprio avvicinarci. Oltre ai mezzi troppo vecchi c’è un problema grande legato all’infrastruttura. Dal Comune dovrebbero capire che binari del genere non possono esistere in città: come si vede, ci sono fratture che causano buche, dove si accumulano le polveri».

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LE POLEMICHE

Il 19 condivide una parte del tracciato con la linea 3, che dalla stazione Trastevere porta a Valle Giulia. Il Comune lì è dovuto intervenire per cambiare i tratti di binari più ammalorati. I residenti della zona di San Giovanni una cosa hanno notato in tutto questo periodo: la fine (seppur momentanea) del gran trambusto di un mezzo di trasporto che nella Capitale è stato sostenuto da una certa lobby tranviaria guidata e sostenuta da una parte della sinistra. «Il 3? Certo che lo sentiamo, pure da qui. Quando frena, quando fa la curva e fischia e stride, e quando passa a mezzo metro dai clienti che se non stanno attenti, specie di notte, rischiano di finire arrotati», ha raccontato Tiziana titolare di una gelateria in via di San Giovanni in Laterano. «Noi ora che il tram è fermo siamo praticamente rinati. È la prima estate o quasi in cui possiamo dormire con le finestre aperte e non essere risvegliati all’alba da questi mezzi infernali», tuonava Giuseppe, pensionato, residente in via Capo d’Africa quasi all’incrocio con piazza del Colosseo.

E Bruno, da piazza Buenos Aires, vede come un sogno lo stop della linea. «Magari si sospendesse il servizio. Forse a Roma servirebbero più metropolitane e più servizi dedicati a chi ha una mobilità ridotta - sottolinea - anche perché, e lo dico a 77 anni, una salita così ripida come quella di un tram non è di sicuro meno impegnativa di quella delle scale della metropolitana». 

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