Roma, è allarme topi in città: caos derattizzazione per bando congelato da tre anni

Dal video virale al Colosseo al caso di oggi: la gara nel 2020, ma alle ditte vincitrici non sono mai stati assegnati gli incarichi

Roma, è allarme topi in città: caos derattizzazione per bando congelato da tre anni
di F. Pac.
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Venerdì 6 Ottobre 2023, 06:44 - Ultimo aggiornamento: 07:18

Tamponata l'emergenza topi al Colosseo dopo i video che hanno fatto il giro del mondo - sono stati riempiti i tombini dell'area archeologica di trappole e di schiuma velenosa - i ratti continuano a proliferare e a moltiplicarsi nel resto della città. Anche perché il bando per le derattizzazioni è fermo dal 2020. L'ex giunta Raggi concluse l'iter tre anni fa, dopo aver indetto la gara con non pochi ritardi. Ma una volta chiuse tutte le procedure, anche durante l'attuale amministrazione, non si è mai passati all'assegnazione alle ditte vincitrici. L'accordo quadro, diviso in sei lotti e per un valore di 6,1 milioni di euro, prevede un «servizio integrato concernente gli interventi di derattizzazione, di contrasto a tutte le specie di Culicidi (zanzare), di disinfestazione contro altri artropodi infestanti e di controllo delle specie ornitiche sinantrope nel territorio di Roma Capitale, per il periodo di tre anni».

DISAGI

Invece roditori scorrazzano in centro storico, a San Pietro o in tutte le zone (Prati in testa) dove è massiccia la presenza di ristoranti e di conseguenza di rifiuti; e frotte di ratti non risparmiano neppure le periferie (come l'Aurelio, Torpignattara e Tor Bella Monaca), anche nei pressi delle aree verdi.

I romani sono disperati: sia per motivi di decoro e di salute sia perché gli animali rosicchiano i cavi e i tubi delle loro auto, costringendoli a costose riparazioni dal meccanico. Senza dimenticare che nelle scorse settimane il presidente dell'Ordine dei medici aveva paventato problemi di igiene pubblica per «i cassonetti strabordanti di rifiuti dove, oltre a i miasmi, ci sono concreti rischi per la presenza di insetti, topi e gabbiani».

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Giovanna, una commerciante in via De Gasperi a San Pietro, racconta disperata che una settimana fa è «dovuta rimanere chiusa in negozio con una cliente per mezz'ora, perché davanti alla mia porta c'erano una decina di topi. Vengono tutti dalla fila di cassonetti presenti nella strada». Aggiungono da un ristorante nella stessa via: «Almeno una volta al mese andiamo noi a pulire quella fila di secchioni, perché vogliamo evitare che i ratti scorrazzino davanti ai nostri tavoli».
Dal Campidoglio fanno sapere che è «esagerato parlare di emergenza topi». Ammettono che si nota di più la loro presenza «perché i tanti lavori stradali finiscono per smuovere la terra e le tane dove si annidano». Ma spiegano sia che al momento non risultano casi mortali di malattie portate dai topi (come la leptospirosi) sia che le richieste di derattizzazione da parte dei cittadini «sono attualmente le stesse rispetto all'anno scorso: erano state 678 nei primi nove mesi del 2022, sono state 691 tra il gennaio e il settembre di quest'anno». Detto questo, il Comune sta accelerando sull'assegnazione del bando per le derattizzazioni fermo dal 2020: entro novembre vuole che le ditte vincitrici possano iniziare a operare.

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Attualmente il servizio di derattizzazione è gestito dall'Ama, pur non essendo di sua competenza. La municipalizzata dei rifiuti interviene entro 72 ore ogni qualvolta viene chiamata all'opera dal Dipartimento Ambiente, che raccoglie le segnalazioni dei cittadini e dei Municipi. Per la cronaca, il Comune non paga direttamente la sua controllata, ma sconta il costo delle prestazioni dalle multe comminate alla stessa municipalizzata per i ritardi nella raccolta dei rifiuti. Tutto bene? Non proprio: sia perché il personale di Ama non è formato a sufficienza per questa attività sia perché gli interventi preventivi, cioè le derattizzazioni, sono limitati alle zone maggiormente frequentate oppure dove sono presenti scuole e ospedali.

 


Sempre il Dipartimento Ambiente ha poi creato un apposito tavolo per gestire l'emergenza topi. Lunedì sono stati nominati Giovanni Amori (Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Cnr), Dario Capizzi, funzionario specialista Regione Lazio, Bruno Cigini, professore dell'università di Roma Tor Vergata; Anna Loy, professoressa del dipartimento Bioscienze dell'università del Molise, Chiara Paniccia, ricercatore dell'Institute for Alpine Environment. A loro - che lavoreranno a titolo gratuito - un doppio compito: censire i ratti in città (secondo alcune stime della Sima siamo intorno ai 10 milioni) e trovare la migliore soluzione per sopprimerli, dopo che l'Europa sta per mettere al bando i rodenticidi Anticoagulanti, usati al Colosseo. Dal canto suo Ama, accusata spesso di svuotare in ritardo i cassonetti dove i ratti banchettano, sta per dare ai suoi netturbini dei prodotti per pulire i secchioni dopo averli scaricati.
 

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