Roma, due autisti Atac picchiati al capolinea di piazza Venezia: «Tre ragazzi ci hanno accerchiato e aggredito senza motivo»

Non cercavano soldi, non conoscevano i dipendenti, ricostruiranno poi le vittime dalle corsie dei pronto soccorso

Roma, due autisti Atac picchiati al capolinea di piazza Venezia: «Tre ragazzi ci hanno accerchiato e aggredito senza motivo»
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 14:49

Sono stati accerchiati e poi picchiati senza un perché. L'ultima aggressione ai danni di due dipendenti dell'Atac si consuma così: fra lo stupore dei sanitari che li hanno poi medicati in ospedale e l'incredulità delle vittime stesse. «Ci hanno colpito senza motivo, non li conoscevamo, non li avevamo mai visti», hanno detto poche ore dopo agli agenti di polizia del commissariato Viminale che sono intervenuti senza riuscire a fermare gli aggressori. Sabato notte, ore 2.30: i due autisti della municipalizzata dei trasporti, rispettivamente di 61 e 53 anni, si trovano al capolinea dei mezzi di piazza Venezia, pochi metri dall'Altare della patria.

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LA DINAMICA

In strada passa solo qualche auto, è notte fonda e loro hanno appena concluso una corsa. Scendono dalle vetture e aspettano di ripartire quando un gruppo di tre ragazzi, tutti italiani e molto giovani, inizia a importunarli. In realtà però senza che ci fosse un motivo. Non cercavano soldi, non conoscevano i dipendenti, ricostruiranno poi le vittime dalle corsie dei pronto soccorso dove verranno trasferiti in codice giallo. Lievi contusioni per fortuna ritenute guaribili in pochi giorni. Ma perché? Si domandavano gli autisti. Perché sono stati aggrediti? Sono stati circondati e picchiati, ma non sono stati rapinati o derubati. La polizia che è intervenuta quando ormai i ragazzi si erano dileguati li sta ancora cercando. Gli autisti, invece, sono stati portati negli ospedali Fatebenefratelli e Santo Spirito. Per loro non è stato necessario il ricovero. Le indagini intanto vanno avanti: il capolinea di piazza Venezia è inquadrato da diverse telecamere di zona, si confida di rinvenire nei filmati immagini utili a identificare i tre aggressori. Ma intanto prosegue la scia di violenza per di più nel pieno Centro della Capitale. Le aggressioni, seppur in leggero calo, rispetto al 2021 continuano a destare preoccupazione. Dall'Atac fanno sapere che nel 2023 i dipendenti picchiati sono stati 67, di questi 55 impiegati sulla rete di superficie e altri 12 in servizio sulla rete metroferro.

I NUMERI

Vittime di borseggiatori, ubriachi, vandali, picchiati mentre erano alla guida dei mezzi oppure fermi sulle banchine di metro e tram perfino da gruppetti di minorenni.
L'anno prima, ovvero il 2022, l'azienda contò lo stesso numero di aggressioni: 55 compiute in superficie e 12 sul metroferro mentre nel 2021 gli episodi complessivi furono 69. «Questi fenomeni oramai accadono troppo spesso sia in Centro che in periferia - commenta Alessandro Farina, segretario regionale Filt Cgil - bisogna dare immediata attivazione all'Osservatorio permanente previsto nell'incontro avuto in Prefettura il 10 gennaio scorso, attraverso un protocollo di intesa, che coinvolga tutte le aziende di trasporto e le istituzioni presenti sul territorio. Le lavoratrici ed i lavoratori devono potersi sentire liberi di espletare il proprio lavoro, già di per sé difficile e delicato, senza avere più il timore di essere aggrediti». Esattamente un mese fa la categoria espose la problematica delle aggressioni a Palazzo Valentini. Nel corso dell'incontro, di discussero alcune soluzioni: oltre alla già richiesta chiusura dei posti guida per tutti i veicoli del trasporto pubblico, resta allo studio l'utilizzo di "body-cam", di impianti di videosorveglianza e allarme nonché di strumenti di monitoraggio da remoto dei bus e di contatto diretto con le forze dell'ordine. La categoria ha presentato anche alcuni progetti applicati all'estero o in altre Regioni italiane. Dalle "App" che potrebbero permettere al personale in servizio di localizzare, all'interno dei convogli, eventuali appartenenti alle forze dell'ordine, alla presenza - sempre sui bus, treni e tram - di assistenti sociali (come in Canada) o guardie giurate. Anche in prossimità di capolinea e/o fermate.

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