Lazio-Roma, scontri prima e dopo il derby: un tifoso romanista accoltellato in un pub, è grave

Un gruppo di laziali con i passamontagna entra in un pub di Prati e si scatena il finimondo: giovane colpito al petto

Viale Angelico dove si è verificato l'accoltellamento
di Alessia Marani e Luisa Urbani
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 01:34 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 09:35

La “guerra” si fa con i petardi. I “bomboni” scoppiati fuori e dentro lo stadio. Tra la tribuna Tevere e la Curva Sud dell’Olimpico a pochi minuti dal fischio iniziale del derby di Coppa Italia è un lancio incrociato fitto e reciproco.

Un tifoso della Roma viene centrato in pieno vicino a un orecchio e sarà soccorso. Ma è in serata che la faida prosegue con un tifoso romanista che viene accoltellato. Dopo la cocente sconfitta, infatti, i giallorossi avevano tentato in due gruppi di 200 persone di dirigersi verso Ponte Milvio per rovinare la festa biancoceleste.

Tutti seguiti a stretto giro dalla Digos e dai blindati.

Sono volate bottiglie, pietre e bastoni contro i poliziotti che hanno fatto da scudo allontanandoli con delle cariche in via Cardinal Consalvi, via del Pinturicchio e piazza Mancini. In via Sacconi, nel cuore del Flaminio, gli agenti hanno fermato 3 ultrà giallorossi.

A mezzanotte e mezza, la “risposta” dei laziali: un gruppetto di 4 o 5 coi passamontagna calati sui volti, bastoni e cinture in pugno, fanno irruzione in un bar-pub di viale Angelico dove c’erano dei romanisti, scoppia la rissa e uno di questi ultimi viene accoltellato con più fendenti. Il ragazzo, ferito in pieno petto, viene soccorso dall’ambulanza e trasportato in codice rosso al Santo Spirito. Sull'episodio indaga la polizia, sul posto anche la Scientifica per i rilievi di rito. Nel pomeriggio, sempre in Prati, era stata bruciata una bandiera laziale.


Un derby tormentato, insomma. Prima di mettere piede sugli spalti, erano comparsi pure i “soliti” saluti romani da parte di un gruppo di biancocelesti durante il consueto raduno a Ponte Milvio prima di entrare in Curva Nord. Questa volta è stata intonata qualche strofa di «Avanti ragazzi di Buda», una canzone scritta da Pier Francesco Pingitore nel ‘66 a dieci anni dalla repressione sovietica della rivolta ungherese.

«Nascosta tra i libri di scuola anch’io porterò una pistola», il canto. Dopo i fatti di Acca Larentia, dove in centinaia hanno alzato il braccio per commemorare al Tuscolano la strage del 7 gennaio 1978 che provocò la morte di tre giovani militanti del Fronte della Gioventù, la Digos indagherà anche su questo episodio. Non a caso tra gli identificati di domenica compaiono alcuni ultras. Attraverso le telecamere interne, intanto, la polizia provvederà a identificare e denuncerà chi ha esploso i petardi dentro lo stadio.

La tensione che accompagna ogni stracittadina per il timore di scontri tra le tifoserie, supportate dai rappresentanti delle delegazioni gemellate provenienti da altre regioni e dall’estero (i greci del Panathinaikos di Atene per la Roma, presenti già con il loro vessillo domenica per il match contro l’Atalanta e gli immancabili inglesi del West Ham, fraterni amici dei laziali) si era sciolta nel corso della giornata.

Da una parte i giallorossi, dall’altra i biancocelesti. Ben divisi, per evitare contatti grazie al massiccio dispiego delle forze dell’ordine tra polizia, carabinieri, finanza e municipale. Oltre mille gli operatori schierati. L’allerta, infatti, è stata massima. Una Roma blindata quella che ieri ha ospitato la partita, vinta poi dalla Lazio. Un elicottero ha monitorato dall’alto la zona intorno all’Olimpico, mentre il Tevere veniva sorvegliato dalla fluviale. Altri tentativi di venire a contatto sono stati bloccati sul nascere. 


PUB E VICOLI
E per consentire l’afflusso e il deflusso dei tifosi, il traffico intorno allo stadio è stato deviato. Inevitabili, infatti, le code e gli ingorghi con gli abitanti del quadrante Nord rimasti ancora una volta in “ostaggio” di auto, moto e motorini e quelli del Flaminio chiusi in casa per paura degli scontri ultras. Del resto sono stati oltre 60mila gli spettatori che ieri hanno assistito alla sfida, rigorosamente giocata nel pomeriggio e non di sera per evitare un maggiore rischio di disordini. Pub e vicoli luoghi di ritrovo abituali delle tifoserie erano stati presidiati anche la sera prima del derby. Tra il Colle Oppio, Trastevere e i vicoli del centro la storia ultrà insegna che l’agguato è dietro l’angolo. E ieri notte si è ripetuta.

 

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