Lavori a Largo Argentina: due anni di disagi e ritardi nel cuore di Roma, residenti e commercianti esasperati

Il nuovo restyling doveva finire nel 2021, invece non sarà concluso prima di marzo

Lavori a Largo Argentina: due anni di disagi e ritardi nel cuore di Roma
di Camilla Mozzetti
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Domenica 18 Dicembre 2022, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 10:22

Alla fine hanno scritto e chiesto che la commissione Trasparenza del I Municipio convocasse i soggetti che hanno in mano il destino di Largo Argentina perché loro i commercianti e i residenti sono esasperati. Stanchi di vivere in mezzo all'immondizia e al pericolo di aggressioni e furti considerato lo stato in cui versa l'area. E allora Marco Lepre, titolare della storica Azienda tessile romana ha scritto anche a nome di altri commercianti e residenti della zona una missiva al presidente della commissione Trasparenza del Municipio in cui si richiedeva di far luce sul cantiere dell'area archeologica. Risposte? Bisognerà aspettare la prossima primavera per la conclusione dei lavori con l'apertura dell'area al pubblico. Nel mentre permangono però le difficoltà e una condizione a dir poco incresciosa per una delle zone più centrali di Roma.

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LA SITUAZIONE
L'area archeologica di Largo Argentina è il più esteso complesso di epoca repubblicana, ospita quattro templi romani che vanno dal IV secondo a. C. e custodisce il basamento di tufo della Curia di Pompeo, presso cui avvenne l'assassinio di Giulio Cesare. Eppure, come lamentano i negozianti e chi ci vive, a Largo Argentina prevale il degrado che porta «altro degrado, nell'area risultano stanziali personaggi - spiega Lepre - dediti ad attività illegali e indecenti a qualsiasi ora del giorno e della notte: un gruppo di alcolizzati incapaci di intendere nei momenti che nei momenti di alterazione minacciano e disturbano i passanti, soprattutto le donne. Per essere intervenuti in difesa di una passante e avergli chiesto di portare via le decine di bottiglie di birra sparse per terra, il personale del mio negozio è stato minacciato». Uno stato definito «apocalittico» aggravato anche dal fatto che l'area circostante si è trasformata in una latrina: «Queste persone - prosegue Lepre - sono inoltre solite fare i propri bisogni e i propri affari sulla vicina Largo dei Ginnasi dove i sampietrini sono cosparsi di feci umane e dove è facile trovare siringhe».
L'area archeologica di Largo Argentina è di fatto un cantiere da diversi anni, il Comune sottoscrisse una convenzione con la maison «Bulgari - specifica ancora Lepre - che con un finanziamento di quasi un milione di euro avrebbe dovuto comportare l'apertura dell'area archeologica entro il secondo semestre 2021».

Era il febbraio 2019 e il Campidoglio era guidato da Virginia Raggi. Il 21 dicembre dello scorso anno la Sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli aveva già risposto al titolare dell'Azienda tessile romana: «Prima di Natale saranno posizionati i pannelli con i testi esplicativi sull'area archeologica, la conclusione dei lavori è prevista per luglio e, salvo eventi eccezionali, apriremo al pubblico a settembre. Ci auguriamo che per quella data, con il concorso degli altri uffici capitolini competenti, tutta la zona possa ritrovare definitivamente il decoro che merita».

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A PRIMAVERA
Un evento del genere «meriterebbe un'attenzione in più», conclude Lepre. Dall'ultima commissione Trasparenza in cui ha preso parte il soprintendente Claudio Presicce e il nuovo cronoprogramma è stato così spiegato: sono stati già allestiti l'80% della passerella e il 90% dei materiali museali previsti. Si è invece ancora in attesa del montacarichi necessario per i portatori di handicap, il cui arrivo dovrebbe avvenire a breve. L'apertura dell'area può essere oggi prevedibile per fine febbraio-marzo 2023. Si è infine ricordato che nei tre anni e mezzo di lavori, si sono succeduti quattro direttori e l'opera è stata ritardata anche per le problematiche sopraggiunte a causa della pandemia da Covid e della guerra in Ucraina.
 

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