Voleva obbligare la moglie a lasciare il lavoro per non perdere l’autorità nella coppia. Questo avrebbe innescato una serie di reazioni violente e di abusi culminate poi in una violenta aggressione. La donna ha ribadito la volontà di mantenere l’impiego. Erano sul punto di separarsi, quando l’uomo ha dato in escandescenza. Dopo gli insulti e le percosse, si è armato di coltello minacciando la compagna e i due figlioletti otto e tre anni. Nonostante la furia dell’uomo, la vittima è riuscita a chiamare i soccorsi. Quando i poliziotti del reparto Volanti, nel cuore della notte sono arrivati in via Augusto Dulceri, al Prenestino, hanno sorpreso l’aggressore ancora armato di coltello che scappava a piedi. Fermato, A. F., 35enne nato a Roma e di origini filippine, è stato arrestato per maltrattamenti. Mentre la donna, coi due figlioletti, è stata soccorsa e poi a lungo ascoltata degli investigatori.
IL RACCONTO
«Stiamo insieme da 11 anni e sposati da cinque.
Comunicata la notizia, il marito è diventato ancora più aggressivo. «Gli ho chiesto di dormire sul divano e di cominciare a organizzarsi perché la mia decisione restava quella di separarmi- ha spiegato ancora- ma a quel punto è come impazzito. In cucina ha preso un coltello per poi minacciare me e i nostri figli. Prima l’ha puntato contro se stesso, minacciando di uccidersi. Quindi l’ha rivolto contro di me».
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L’ARRESTO
La vittima però è riuscita a chiamare i soccorsi. Quando il marito violento si è reso conto che la polizia stava per arrivare, ha così tentato la fuga. Il 35enne è uscito in strada, ancora con il coltello in mano, e ha iniziato a correre nel tentativo di fuggire. La volante della polizia lo ha intercettato mentre tentava di imboccare la via Casilina. Fermato dagli agenti di polizia, è stato trasferito negli uffici del distretto Prenestino dove hanno proceduto con ulteriori accertamenti e l’arresto, con l’accusa di maltrattamenti a carico del 35enne. Al termine è stato infine accompagnato in carcere a Regina Coeli dove è tuttora in attesa di giudizio. Per la donna invece, e per i due figlioletti, è stata attivata una rete di sostegno e di supporto psicologico.
«Al nostro arrivo - sottolineano i poliziotti che hanno proceduto con le indagini- la donna e i figli erano in evidente stato di choc. Anche durante il lungo racconto fornito, la vittima era sconvolta ed esausta per le violenze e le aggressioni subite. Ecco perché abbiamo proceduto con l’arresto del marito e allo stesso tempo, sollecitato un percorso di supporto. Perché la storia non si ripeta, sarà fondamentale dare un supporto concreto alla famiglia».
flaminia.savelli@ilmessaggero.it