Parco del Torrione chiuso e abbandonato, il degrado del sito archeologico risalente al I secolo al Pigneto

Le parole di un residente:" E' diventato un simbolo di degrado".

Parco del Torrione chiuso e abbandonato, il degrado del sito archeologico risalente al I secolo al Pigneto
di Carmela De rose
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Martedì 19 Settembre 2023, 20:04

Oggi parliamo del Parco del Torrione Prenestino, che oltre ad essere un grande parco è anche un sito archeologico a forma di tumolo circolare con 40 metri di diametro, uno dei più antichi e unici al mondo che racchiudeva diversi mausolei risalenti all’ultimo quarto del I secolo a.C. “Attualmente il monumento non è accessibile al pubblico”, è indicato sul sito del Comune di Roma e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Purtroppo oggi il parco è diventato simbolo di degrado. In passato gli abitanti del quartiere Pigneto hanno organizzato cortei di protesta, ma attualmente la situazione non è migliorata, anzi i cancelli sono completamente chiusi di notte. Uno dei residenti ci racconta: “L’assessore Edoardo Annucci insieme al presidente Caliste del comitato “SalviAMO il Pigneto” hanno organizzato ad aprile la manifestazione per sensibilizzare la prefettura esprimendo i problemi legati alla sicurezza del parco del Torrione. Nel frattempo hanno portato avanti altri interventi, dalla bonifica del verde alla sostituzione della recinzione a tutela della parte archeologica in accordo con la sovrintendenza. Ora hanno scelto di riunire periodicamente l'Osservatorio per la Sicurezza territoriale per presentare, a tutte le forze dell'ordine sul territorio, le istanze dei cittadini e pianificare azioni congiunte. Ma purtroppo ancora oggi il sito non può essere visitato e il parco è vermente frequentato da gente pericolosa”. 

LA STORIA DEL PARCO DEL TORRIONE. 

Il cosiddetto Torrione era uno dei più grandiosi mausolei di Roma a forma di tumulo contenuto in un poderoso tamburo circolare (circa m. 41 di diametro) che doveva essere rivestito esternamente da blocchi di travertino dei quali oggi non resta traccia.

La sua fisionomia originaria è stata snaturata dalla completa eliminazione del tumulo di terra dopo la seconda guerra mondiale e dalla successiva demolizione di parte del tamburo in occasione dell’allargamento della via Prenestina; inoltre, dopo il 1980 furono eliminate le casupole che erano state costruite a ridosso del monumento.

L’ingresso si trovava sul lato opposto della via Prenestina e tramite un corridoio all’interno del tumulo si accedeva alla camera sepolcrale con tre nicchie rettangolari, i due ambienti erano in opera quadrata a blocchi di tufo e coperti con volta a botte. I bombardamenti della guerra causarono il crollo di una parte del corridoio e lo smottamento di numerosi blocchi della cella. Il sepolcro è datato all’età augustea, ma non si conosce il nome del suo destinatario, infatti non esistono prove a favore delle attribuzioni ipotizzate da alcuni studiosi.

Rimase prima compreso in una vigna, poi nel corso del 1400 in proprietà Rufini fu adibito a cantina, a fianco fu eretta una torre a due piani. Alla fine del XVI fu ceduto ai Padri Domenicani Irlandesi che vi addossarono un casale ed un pozzo, ancora esistente e rifatto nel 1800.

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