Gli investigatori hanno chiuso il cerchio sul tentato omicidio dello scorso 26 settembre al Casilino: la vittima è un 28enne senegalese, tramortito con un taser, accoltellato e ferito da una pistola ad aria compressa durante una lite scoppiata per difendere l’amica accusata di furto.
LA RICOSTRUZIONE
Si è dunque chiusa l’inchiesta sulla violenta lite degenerata con spari e coltellate al Casilino la notte del 26 settembre, in via Casilina Vecchia.
L’ARRESTO
Dai primi accertamenti eseguiti dai carabinieri è stato quindi possibile ricostruire la dinamica della lite, della violenta aggressione e infine, identificare l’uomo ora accusato di tentato omicidio. Per chiudere le indagini è stata determinante la testimonianza della donna che per prima ha soccorso la vittima e che ha visto, e riconosciuto perché residente nel quartiere, l’aggressore. Così i militari hanno proceduto con una perquisizione in casa del sospettato dove i carabinieri hanno trovato nascosti in un cassetto la pistola calibro 50 e il coltello con lama di 10 centimetri appena lavata. Il Gip del Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e ha disposto per il 68enne la custodia cautelare in carcere.
LE RICERCHE
Gli investigatori stanno invece ancora ricostruendo l’aggressione avvenuta all’Aurelio la notte tra martedì e mercoledì. Da quanto accertato la vittima, un 33enne del Bangladesh, sarebbe stato avvicinato e accoltellato al volto e al braccio sinistro da un uomo poi scappato a piedi verso la Pineta Sacchetti. Sul posto, a seguito delle segnalazioni arrivate al 112, sono intervenute le pattuglie dei carabinieri. La vittima è stata trasportata dal personale del 118 al pronto soccorso dell’ospedale Aurelia Hospital, dove si trova al momento ricoverato, non in pericolo di vita. Sono in corso le indagini da parte della stazione Roma Madonna del Riposo e del nucleo operativo della compagnia Roma San Pietro per rintracciare l’autore dell’aggressione.