Arturo Ferettini muore travolto sulle strisce in via Cassia a Roma, caccia a un furgone pirata

L’autista non si è fermato, l’allarme dato dai passanti che hanno visto il corpo a terra

Arturo Ferettini muore travolto sulle strisce in via Cassia a Roma, caccia a un furgone pirata
di Luisa Urbani
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Martedì 5 Dicembre 2023, 23:37 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 08:09

L’ennesimo incidente. L’ennesima persona uccisa mentre attraversa sulle strisce pedonali. Arturo Ferettini, 56 anni, è morto ieri mattina. Ammazzato da un pirata della strada alla guida di un furgone, che non si è nemmeno fermato a soccorrerlo. Via Cassia, zona La Storta. Roma Nord. Sono passate da poco le 6.30 quando l’uomo, attraversando la strada viene travolto da un furgone che procede in direzione Viterbo. L’impatto è così forte che Ferettini viene scaraventato diversi metri più avanti, all’incrocio tra via Cassia e via dell’Isola Farnese. Immediato l’arrivo dei carabinieri della compagnia Roma Cassia intervenuti dopo diverse segnalazioni di cittadini che hanno «visto un uomo a terra». Sul posto anche il personale del 118, che ha potuto solo constatare il decesso. Per Ferettini non c’era più nulla da fare: è morto sul colpo, ucciso dall’impatto con il mezzo. La salma è stata trasportata al Policlinico Gemelli. Ora è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Bisognerà chiarire la dinamica dell’incidente.

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Le indagini

Nessuna traccia - al momento - del furgone e di chi lo guidava.

La speranza è tutta nelle videocamere di sorveglianza della zona. Tra bar, banca, farmacia e altre attività si spera di recuperare filmati utili all’identificazione del mezzo. Ma non sarà semplice risalire alla targa - spiegano i carabinieri che indagano sul caso - dal momento che «le telecamere inquadrano frontalmente la strada. Difficile quindi che possano aver ripreso la targa». Oltre al vaglio dei filmati, gli investigatori hanno sentito diversi testimoni anche se «vista l’ora e il maltempo, non c’erano molte persone in giro». In diversi dicono di aver sentito un forte rumore, ma nessuno sembra sia riuscito a vedere il furgone che non si sa se poi abbia proseguito dritto lungo la Cassia o abbia svoltato. Claudia e Cristina, dipendenti del bar dove Ferettini andava spesso a far colazione, lo ricordano come una «persona molto tranquilla, che non ha mai dato problemi a nessuno. Spesso scherzava anche con il proprietario del locale» per «questioni calcistiche». Ferettini era un tifoso romanista convinto e un lavoratore. «Ha cambiato spesso lavoro, ma ha sempre fatto qualcosa. L’ultimo impiego come rider: faceva le consegne a domicilio» dicono le bariste. Non hanno assistito all’incidente, ma sono arrivate al lavoro poco dopo. Il corpo del 56enne era ancora lì, coperto da un lenzuolo bianco. 

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La vicina

Nel quartiere lo conoscevano tutti. «Un pezzo di pane, era buono e tranquillo» ribadisce Marilena Di Placido che abita nello stesso palazzo della vittima, in via Adami, poco distante dal luogo dell’investimento. 
L’uomo viveva da solo, non aveva né compagna né figli. Il parente più stretto è la sorella. Lei vive a Brescia, città di origine di Ferettini. 

Strage infinita

E così il lungo elenco delle vittime della strada a Roma e provincia continua, inesorabilmente, ad allungarsi. Ferettini è il 182° morto dall’inizio dell’anno. Numeri che corrispondono a vite, a famiglie distrutte. A genitori che non rivedranno mai più i figli. A bambini che non potranno mai più riabbracciare la madre, il padre o i nonni. A uomini e donne che avevano progetti per il futuro. Quel futuro distrutto in pochi secondi.
E prima di Ferettini a morire è stato Luigi Locantore, il 70enne che venerdì sera è stato investito da uno scooter rubato mentre attraversava sulle strisce di viale Carnaro. Tra i quartieri Tufello e Montesacro. Anche in questo caso, chi l’ha travolto e ucciso è scappato. 

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