Salari, dietrofront in Comune: spunta il premio per le multe ai vigili

Salari, dietrofront in Comune: spunta il premio per le multe ai vigili
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 26 Maggio 2016, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 08:53
L'equazione è semplice: più il vigile fa incassare il Comune con le sanzioni agli automobilisti, più l'amministrazione lo premia. Il bonus multe entra nella trattativa sul salario accessorio dei dipendenti comunali. È una delle richieste dei sindacati che l'amministrazione ha intenzione di accettare nel vertice convocato per oggi alle 16 a Palazzo Senatorio. Dopo lo sciopero di ieri che ha fatto chiudere decine di scuole, messo fuori servizio una sfilza di uffici e che ha mandato il traffico in tilt per l'assenza dei caschi bianchi, riprende la lunga trattativa tra il Campidoglio e i sindacati. E si vedrà quanto la prova di forza dei confederali sia riuscita ad ammorbidire (ancora di più) l'amministrazione nel negoziato per riformare il contratto decentrato degli oltre 23mila lavoratori capitolini.IL GETTONEIl commissario Tronca segue la pratica da vicino. Il dossier è nelle mani del suo braccio destro, il subcommissario vicario Iolanda Rolli, e di una dirigente esperta come Laura Benente, a capo del Dipartimento Risorse Umane. A loro è stato chiesto di trovare un equilibrio tra la bozza, già piuttosto soft presentata venerdì, e la «controfferta» di Cgil, Cisl e Uil. L'obiettivo, spiegavano ieri nei corridoi di Palazzo Senatorio, è «chiudere la partita il prima possibile. Ci saranno dei passi avanti verso i sindacati». Quali? Uno è il cosiddetto bonus multe. Un premio per gli agenti della Polizia municipale, calcolato non sul numero delle contravvenzioni staccate, ma sull'ammontare degli incassi per il Campidoglio. Erano state proprio le organizzazioni dei lavoratori a chiedere «un incentivo derivante dai proventi delle contravvenzioni», per misurare la produttività dei vigili urbani. E il Comune sembra orientato a dire sì, inserendo il gettone nella nuova bozza che verrà presentata oggi ai confederali.Nel nuovo testo verrà anche quantificata con precisione l'entità dei bonus che con la riforma verrebbero ripristinati, nonostante fossero stati eliminati dalla giunta Marino perché bocciati dagli ispettori del Ministero dell'Economia nel 2014.Per le maestre delle scuole comunali, tornerebbe l'extra per i «rapporti con le famiglie», i colloqui con i genitori. Per le educatrici, è previsto anche un premio per chi partecipa ai collegi tra insegnanti, un altro gettone ancora per il semplice fatto di avere orari d'entrata diversi (come avviene in tutte le scuole del mondo). Per gli impiegati è stato pensato un bonus per «l'elevato livello di stress relazionale». Un premio per risarcirli dalla fatica di stare «a contatto con il pubblico», data «l'oggettiva criticità» della relazione con gli utenti, senza dimenticare la «complessità e la non programmabilità delle risposte» che devono fornire di volta in volta. Anche per gli agenti della Municipale è prevista un'indennità legata alla «forte pressione psicologica» che, secondo il Comune, sarebbe causata dal «rapporto continuo con l'utenza critica». Insomma, le liti con gli automobilisti, verranno ricompensate. Per i pizzardoni c'è perfino un premio per la pioggia. O meglio, legato a chi va a dirigere il traffico in strada e quindi è costretto a fare i conti con «l'esposizione agli agenti atmosferici».
 
I SERVIZI
La riforma del contratto poi aggancerà il 60% del salario accessorio dei dipendenti ai risultati ottenuti dagli uffici in cui lavorano. Soltanto il 40% invece sarebbe collegato ai risultati raggiunti singolarmente dai lavoratori, le cosiddette «performance individuali».Intanto è guerra di cifre sull'adesione alla mobilitazione di ieri. Se Giancarlo Cosentino della Cisl parla di «adesione estremamente significativa, con oltre 10mila lavoratori in piazza», il fronte sindacale sembra spaccarsi. Per Gabriele Di Bella della Fiadel «la mobilitazione è stata un flop: ai Parioli, su 253 vigili, hanno scioperato in meno di 20. È evidente che il sindacato tradizionale a Roma non abbia più rappresentanza. Molti lavoratori oggi, dopo quattro anni di trattative, non capiscono più chi sia la controparte, se l'amministrazione o i confederali. Per questo che in tanti durante lo sciopero hanno scelto di lavorare».